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giovedì 25 Aprile 2024

giovedì 25 Aprile 2024

A proposito di omofobia

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14 minuti

di Giuseppe Martorana

    Molto spesso, durante alcuni programmi televisivi, siamo costretti ad ascoltare dichiarazioni fatte da attori, politici, giornalisti, cantanti e altre persone di una certa caratura, di essere atei o di avere abbracciato altra religione, di essere omosessuali e così via.
     Tutte le volte che ascolto tali confessioni, dico a me stesso: Ma a me cosa importa di sapere cosa ognuno di essi dichiara di essere!!! A quale scopo? Che necessità c’è di dirlo? Vogliono essere tenuti in grande rispetto o essere applauditi?
     Specie chi, con molta alterigia, dichiara di essere ateo, ritiene forse che, dopo questo annuncio, gli altri lo considereranno un essere superiore, più intelligente di altri o addirittura il rivelatore di una verità nascosta? Evidentemente, costui si ritiene un illuminato, un razionalista ma, a mio avviso, trasmette solo messaggi negativi e moralmente scorretti, che il più delle volte irritano e non interessano gli ascoltatori.
     Anche per quanto riguarda l’affermazione di essere gay, lesbiche o trans, mi pongo le medesime domande. Per quale motivo devono farlo sapere agli altri? Se, come si sostiene in ogni paese civile, essere tali è una cosa normale e naturale, perché sono così orgogliosi di esserlo? Che bisogno hanno gli altri di sapere che si è in quella determinata condizione, considerato che è una normalità? Forse chi è etero lo va sbandierando ai quattro venti? O forse anche noi etero dovremmo aggregarci in associazioni tipo arcietero e avere anche noi la giornata dell’eteropride?
     Il discorso per loro, però, è molto diverso e la motivazione in un certo senso è più comprensibile rispetto all’alterigia di chi dichiara di essere ateo. Io non sono omofobo, e lo sono di fatto, non di facciata, ma quando vedo le manifestazioni tipo gaypride, mi verrebbe voglia di diventarlo perchè non condivido tali vomitevoli spettacoli. In ogni caso, quando si dichiarano, io li stimo alla stessa maniera di quando non lo sapevo. E non potrebbe essere altrimenti, se si è sensibili, civili e comprensivi nel giudicare gli altri.
     Personalmente, negli anni Sessanta del secolo scorso (allora ero ancora supplente e insegnavo al plesso “Guttuso”)  ho provato un grande dolore quando un mio collega, del quale non avevo capito nulla circa le sue inclinazioni, un giorno, dopo aver preso un caffè al bar, mi invitò a casa sua  perché mi disse, pari pari, che preferiva la mia compagnia a quella di una donna. Sono rimasto interdetto, ma subito e molto educatamente gli ho detto che a me piacevano solo e soltanto  le donne e che era lontano dai miei pensieri desiderare di avere rapporti omosessuali. La mia era soltanto una affettuosa amicizia considerato che era di un altro paese e che non aveva dei colleghi con cui dialogare. Ci sono rimasto ancora più male qualche tempo dopo – già insegnavo ad Alcamo, 1967 circa – perché ebbi notizia del suo suicidio. Evidentemente, quel trentenne mio collega, aveva vissuto un dramma interiore a cui non aveva saputo dare altra soluzione, scontrandosi probabilmente con la mentalità dei suoi genitori, ammesso che ne fossero a conoscenza. Nessuno, quindi, mi può scambiare per un omofobo, per certe mie prese di posizione nei confronti di essi e della pubblicità a loro riservata. Non condivido, infatti, che in ogni trasmissione televisiva si debba sempre parlare dell’argomento che riguarda i gay e le lesbiche quasi che si volesse inculcare agli altri a ogni costo che è vietato esprimere il benché minimo atteggiamento negativo o di critica. Così come, molto semplicisticamente, si attribuisce l’epiteto di razzista a chi non condivide l’opinione che gli immigrati siano una risorsa.
     Recentemente, durante la trasmissione televisiva “Grande Fratello VIP”, dove si dà il caso ci sono un concorrente e un presentatore gay dichiarati, ho assistito a un dibattito nel corso del quale  un attacco violentissimo è stato orchestrato da parte di quest’ultimo – Alfonso Signorini – contro Giulia De Lellis. Questa concorrente aveva espresso una sua opinione circa i bambini che crescono in casa di una coppia omosessuale, dicendo che secondo lei essi nel tempo possano tendere alle medesime inclinazioni. Non l’avesse mai detto! Si è scatenata contro di lei una campagna mediatica così cattiva come se avesse bestemmiato contro il Padreterno, la Madonna e i Santi.
     Il co-presentatore di Ilary Blasi, Alfonso Signorini, è diventato un folle come se una donna gli avesse posato le mani o i piedi sul posto sbagliato. Se l’è presa con la De Lellis – questa volta a ragione – anche per un un’altra ingenua affermazione di quest’ultima riguardante la sua contrarietà a usare bicchieri, piatti o altro già utilizzati da omosessuali o accettare di dare una tirata alla sigaretta di un omosessuale. Si trattava solo di una precauzione igienica non di omofobia, si giustificò la povera ragazza. Ma, certamente, a causa della sua ignoranza e disinformazione aveva dato un messaggio sbagliato facendo intendere che gli omosessuali fossero sempre portatori del  virus dell’ A.I.D.S.
     Ricordo a questo proposito che negli anni Ottanta del secolo scorso, quando si cominciò a parlare di questo virus, una maestra di Ficarazzi che di solito si baciava con tutti, colleghi e colleghe, non baciò più nessuno e non porse più nemmeno la mano, preferendo salutare da lontano. Da allora, però, sono passati quasi quarant’anni!
     Anche nel corso della puntata su canale 5 di Domenica live, la conduttrice Barbara D’Urso, che secondo me dovrebbe essere il più possibile neutrale (e invece non lo è per niente), aveva tra i suoi ospiti l’etero Marco Predolin – reduce dalla esclusione dal GF VIP per una bestemmia e per avere scherzato troppo con Cristiano Malgioglio, altro gay dichiarato. Per me è risultato abbastanza chiaro che lo aveva invitato per farlo “massacrare” da due gay (di cui uno era il famoso Alessandro Cecchi Paone) e da una lesbica Eva Grimaldi, dichiaratasi recentemente, perché prima era stata solo con uomini. Quest’ultima, addirittura, avrebbe preteso da Predolin una risposta affermativa alla sua domanda se accettasse il bacio tra due donne!!! Evidentemente ha avuto una risposta negativa (e se la meritava) perché – disse Predolin –  lui era normale e preferiva vedere baciare un uomo e una donna, ricordando che l’umanità esiste solo perché un uomo e una donna, in illo tempore, hanno sentito il desiderio insopprimibile di accoppiarsi. La medesima cosa è avvenuta nel mondo animale.
     Che la smettano di farci assistere in televisione a baci come quello lesbico – anche se fugace –  tra la Blasi e Belen, in ciò spinte proprio da Alfonso Signorini. Male hanno fatto le due a farsi coinvolgere, anche se per gioco. Così come non ho condiviso, anzi mi ha disgustato il bacio tra Cristiano Malgioglio e Lorenzo Flaherty. Ricordiamoci che il bacio tra due uomini o tra tra due donne è una normalità solo per loro; per gli etero non è così e nessuno può imporci il contrario. Anche lo Stato non è omofobo e, infatti, per essi ha approvato la legge sui diritti civili. E ciò non è poco. Compito di tutti, però, è quello di combattere la discriminazione verso gli omosessuali e soprattutto il bullismo che si manifesta sia a scuola che all’esterno di essa, prendendo di mira giovani compagni o altri ragazzi, ancora deboli nel carattere.

     La presentatrice che, ripeto, dovrebbe rimanersene neutrale anche per rispetto alla testata giornalistica cui è preposta e al pubblico che la segue e che non sempre condivide certe sue “battaglie”,  voleva dimostrare che è una cosa normale vedere due uomini baciarsi e che gli etero dovrebbero essere ben lieti di vederli per dimostrare, magari con un sorrisetto, di non essere omofobi. Io da parte mia se vedessi una scena del genere (anche il bacio tra due donne) correrei subito a casa per farmi un disintossicante. Fortunatamente per la strada non si vedono scene di questo genere; gli omosessuali, infatti, essendo persone normali e civili, certe cose le fanno riservatamente nei loro domicili così come gli etero. Solo le televisioni vanno oltre il necessario.

     Io e mia moglie quando ci sono programmi con almeno due gay o due lesbiche presenti, per precauzione, teniamo il telecomando tra le mani per cambiare subito canale nel caso le coppie “si lasciassero andare”, come è avvenuto in altre occasioni. Anzi cambiamo subito rete quando sappiamo già di dover assistere a spettacoli che hanno per oggetto problematiche che li riguardano, anche perché da persone civili sappiamo come comportarci e se il caso come difenderli.

     Ripeto, io e ma moglie non siamo omofobi, ma lo status di omosessuali degli altri e del loro modo di fare, non deve rappresentare per noi una violenza, un volerci imporre ad ogni costo ciò che non ci piace vedere. 

     Gli omosessuali bagheresi che io conosco sono tutte persone rispettabilissime, all’avanguardia nel mondo del lavoro, dell’arte e della politica. Sono persone molto intelligenti e non le ho mai viste fare pulcinellate per le strade, così come tanti altri che ho modo di apprezzare nei canali televisivi e che ritengono che non sia il caso di spiattellare agli altri, sic et simpliciter di avere una diversa sessualità e di far cadere volutamente il discorso su di loro.

     A causa del comportamento poco consono di qualcuno di essi, a forza di propinarci programmi televisivi che prendono di mira sempre gli etero, rei di non condividere alcuni loro atteggiamenti, non si fa altro che generare posizioni omofobe. In poche parole, meno se ne parla e meglio è, perché chi, per sue considerazioni, è omofobo non smetterà mai di esserlo, mentre chi non lo è potrebbe diventarlo se gli si dovesse imporre di non esprimere liberamente le sue opinioni ogni qualvolta si affrontano problemi che riguardano gli omosessuali.

     Gli omosessuali stessi dovrebbero rendersi conto che alcuni conduttori li fanno intervenire nei talk show con la scusa di patrocinare e difendere i loro diritti e parlare dei loro problemi, ma il più delle volte finiscono per strumentalizzarli tanto da farli diventare, per fare audience, oggetti di gossip, quello deteriore che non ci piace e che ci costringe molto spesso a cambiare canale.

 

  

 

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