Per l’omicidio di Vincenzo Urso, il giovane imprenditore ucciso il 24 ottobre del 2009 ad Altavilla Milicia, sarebbe stata pagata una somma di 20 mila euro.Nelle pagine giudiziarie viene descritto passo passo il delitto di cui si sono autoaccusati i due nuovi pentiti di mafia di Altavilla Milicia, Andrea e il padre Francesco Lombardo. Dell’omicidio parla anche il pentito Massimiliano Restivo.
Nei giorni scorsi è stato arrestato il presunto autista, Luca Mantia.
L’autore materiale sarebbe invece Pietro Erco, anchegli arrestato dallo scorso mese di settembre per estorsione.
Nei faldoni depositati ci sono anche delle intercettazioni.
Le fasi sono rese pubbliche da un articolo pubblicato da livesicilia a firma Riccardo Lo Verso.
“Piero sai, c’è uno che paga ventimila euro per fare questa cosa.” “…la faccio io, dice, non ci sono problemi, mi dice questo”. Piero è Piero Erco. Di lui parla il pentito Massimiliano Restivo.
Erco è indagato per il delitto commesso ad Altavilla Milicia nel 2009. Assieme a lui sotto inchiesta ci sono i mandanti, Francesco e Andrea Lombardo, padre e figlio, entrambi oggi pentiti, e Luca Mantia, l’uomo che avrebbe accompagnato Erco sul luogo dell’omicidio.
Del killer fino a pochi giorni fa si sapeva che ha 56 anni. E’ napoletano ma da decenni vive a Trabia, e detenuto per un’estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Assieme ad un’altra persona, Antonio Teresi, sarebbe andato a chiedere il pizzo al gestore di un lido balneare. Teresi è il solo ad avere precedenti per mafia.
Quello di Urso sarebbe l’unico omicidio che ha commesso?
Secondo livesicilia i Pubblici ministeri e carabinieri stanno lavorando attorno a questo interrogativo in un territorio segnato da decine di vecchi delitti di mafia irrisolti.
Restivo racconta di avere testato la sua fermezza: “Gli dico, Piero ma sei sicuro? Ma stai tranquillo, 100 per cento mi fa a me”.
Nessun ripensamento, solo freddezza. La stessa freddezza che gli avrebbe consentito di non andare nel panico quando la pistola si inceppò provocandogli un taglio alla mano e il silenziatore non funzionò.
I magistrati della Dda hanno riconosciuto come mandanti dell’assassinio: Francesco Lombardo e suo figlio Andrea, come mediatore.
“Come ben sapete- ha detto Andrea Lombardoai magistrati -mio papà già da tempo collaborava con i servizi segreti, questa voce era arrivata all’orecchio di altre persone, diciamo a livello mafioso, e naturalmente si ripercuoteva su mio papà, sulla sua credibilità; questa voce era arrivata da Vincenzo Urso perché mio papà gli aveva dato la confidenza, come l’avevo io la confidenza; lo sapevano anche gli inquirenti”.