di Pino Grasso
Si sono reinsediati, giovedì scorso i commissari prefettizi del Comune di Altavilla Milicia, dopo il secondo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Si tratta del vice prefetto Domenico Fichera, del vice prefetto aggiunto Salvatore Tartaro e del dirigente dell’area economica e finanziaria Rosalia Eleonora Presti.
I funzionari prefettizi, che sono gli stessi che si erano insediati ad Altavilla, guideranno l’amministrazione comunale fino alle prossime elezioni.
L’insediamento è stato effettuato alla presenza del segretario comunale reggente del Comune Mariagiovanna Micalizzi, nominata dalla Prefettura di Palermo lo scorso 19 gennaio.
Il provvedimento del scioglimento è stato emesso, in esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato n. 196/2016 che ha modificato la sentenza del Tar dello scorso 27 luglio che aveva riabilitato il Comune e il sindaco Nino Parisi annullando il decreto del presidente della Repubblica dell’11 febbraio 2014 che disponeva lo scioglimento degli organi elettivi del comune di Altavilla Milicia. Nella sentenza si sottolinea che il Tar sosteneva che le infiltrazioni mafiose erano basate “sostanzialmente sulle mere dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, dichiarazioni, oltretutto, prive di riscontri fattuali e rese, allo stato, nella sola fase delle indagini preliminari”.
Il Consiglio di Stato ha ribaltato il precedente giudizio, affermando che “il grave quadro indiziario che ha condotto alla scioglimento del consiglio comunale si fonda anzitutto sulle risultanze dell’operazione “Argo”, come ha ben messo in rilievo la relazione prefettizia, e sulla lettura delle intercettazioni, che rivelano un intreccio di conoscenze e di interessi tra gli esponenti della mafia locali e l’amministrazione comunale ben radicato”.
E’ questo il terzo scioglimento, dopo quello dell’11 luglio del 1996 e dello scorso anno e si ripete ancora questa mortificazione per l’intera cittadinanza che però rigetta qualsiasi responsabilità ed anzi difende a spada tratta l’ex sindaco Nino Parisi. “Prendo atto con estrema serenità della sentenza pur non condividendola – afferma Parisi – resto confortato dalla circostanza di come il Consiglio di Stato abbia reso il mio ruolo del tutto marginale rispetto alle gravissime accuse riportate nella relazione di scioglimento. Tuttavia stiamo valutando, con i miei legali, le azioni successive da intraprendere a tutela della mia dignità. Mi spiace solo per i miei concittadini che hanno creduto in me e per il buon nome del paese che ancora una volta viene elevato all’onore delle cronache per una spiacevole vicenda. Non sono amareggiato poiché consapevole di non avere mai fatto nulla di male. Sono in pace con la mia coscienza perché ritengo di aver fatto tutto il possibile per rendere il mio paese migliore. Ringrazio i miei concittadini per avermi concesso il privilegio di poterli servire”.