I carabinieri del comando provinciale hanno arrestato 11 persone ritenute responsabili del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.Secondo le indagini Cosa Nostra controllava la gestione dei locali notturni.
L’organizzazione mafiosa si infiltrava e controllava in maniera pervasiva la gestione dei servizi di sicurezza privata espletata nei locali notturni palermitani e della provincia mediante la diretta imposizione dei soggetti addetti ai servizi di vigilanza.
Arrestati anche alcuni residenti a Bagheria: Gaspare Ribaudo (28 anni), Antonio Ribaudo (52 anni) e Emanuele Tejo Rughoo (43 anni), quest’ultimo candidato alle elezioni comunali nelle file della lista “Uniti per Bagheria, senza essere eletto.
Gli interessi delle cosche venivano gestite da Andrea Catalano, che sfruttava i solidi e risalenti legami con gli esponenti di vertice dei mandamenti mafiosi di Porta Nuova per imporre il reclutamento di personale, di sua scelta, per l’espletamento del servizio di vigilanza, demandando a una società privata l’onere della regolarizzazione amministrativa e contabile dei soggetti impiegati.
Inoltre, al fine di eludere la normativa di settore, erano state fondate due associazioni di volontari antincendio nell’ambito delle quali venivano formalmente impiegati, in qualità di addetti antincendio, quei “buttafuori” che, a causa dei loro precedenti penali, si trovavano nell’impossibilità di ottenere la necessaria autorizzazione prefettizia.
Le numerose intercettazioni hanno consentito di documentare plurime condotte estorsive nei riguardi dei titolari di almeno 5 locali notturni di Palermo e provincia ai quali veniva imposta, mediante violenze e minacce, l’assunzione dei “buttafuori”.
Gli arrestati sono:
Massimo Mulè 47 anni,
Andrea Catalano 52 anni,
Giovanni Catalano 44 anni,
Vincenzo Di Grazia 39 anni,
Gaspare Ribaudo 28 anni,
Antonino Ribaudo 52 anni,
Cosimo Calì 46 anni,
Emanuele Cannata 24 anni,
Mario Giordano 18 anni,
Emanuele Tejo Rughoo 43 anni,
Francesco Fazio 22 anni