Sono 31 i commercianti che hanno deciso di rivolgersi al Tribunale regionale amministrativo contro la nuova zona rossa, a causa del diffondersi della pandemia da covid.
I commercianti hanno al loro fianco l’amministrazione comunale che ha incontrato nei giorni scorsi una rappresentanza di commercianti di Bagheria. Erano presenti l’assessore alle attività produttive Brigida Alaimo, e i consiglieri comunali Antonella Insinga e Pietro di Piazza.
L’incontro, che segue una precedente riunione tenutasi il 10 aprile, è stato fissato per la sottoscrizione dell’annunciato ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) da parte dei commercianti, a seguito dell’ordinanza del presidente della regione siciliana che ha sancito la zona rossa in tutti i comuni della città metropolitana di Palermo, determinando un’ulteriore chiusura delle attività commerciali.
Il Comune, unitamente ai commercianti impugnerà l’ordinanza chiedendo la sospensiva della zona rossa a Bagheria.
Presente all’incontro anche l’associazione di commercianti ed imprenditori Bagheria Experience.
“Il disagio profondo che stanno vivendo tutte le attività commerciali di Bagheria ci porta a chiedere all’amministrazione comunale di intervenire per presentare un’azione legale -ha detto Alessandro 0 di Bagheria Experience.
L’incontro, organizzato nel rispetto delle norme anti-covid, ha visto la partecipazione dei commercianti, non solo ristoratori, oramai esasperati dai mancati guadagni per il sostentamento delle rispettive famiglie.
“Siamo solidali con i commercianti con azioni concrete perché comprendiamo lo stato d’animo di tutti -dice l’assessore Alaimo- il nostro non è affatto un invito a non rispettare le norme anti-covid che, anzi vanno rispettate adesso più che mai per tornare a sperare di riaprire, ma, al contempo, adesso si deve agire senza se e senza ma per aiutare tutte le categorie oramai esasperate dalle chiusure.”
Anche la deputata nazionale del movimento 5 stelle, Caterina Licatini, si è schierata al fianco dei commercianti.
La deputata nazionale ha espresso dubbi sulla reale necessità di attivare la zona rossa per l’intera provincia di Palermo, mentre sarebbe stato più opportuno chiudere a macchia di leopardo, attivando le zone rosse solo in quei comuni in cui la soglia di contagio e gli indici statistici ne confermano la necessità.