Il Tribunale di Palermo ha chiesto 27 anni di carcere per Domenico Gargano, nipote di Antonio Tripoli (nella foto), l’uomo ferito da tre colpi di pistola in via del Mulino il 4 ottobre del 2008.
L’uomo, prima di morire, aveva indicato che a sparare era stato il nipote, Domenico Gargano, ma per la corte d’assise la testimonianza della vittima, imbottita di farmaci e “non pienamente lucida” non sarebbe stata attendibile.
Per questo l’imputato fu assolto dalla corte d’assise di Palermo dall’accusa dell’omicidio del familiare, morto in ospedale, dopo un’agonia di qualche giorno, nell’ottobre del 2008.
Ieri il pg è tornato a chiedere, alla corte d’assise d’appello di Palermo, la condanna dell’imputato a 27 anni di carcere sostenendo che la vittima era perfettamente in sè quando, in punto di morte, indicò il suo assassino.
Per l’accusa il movente del delitto sarebbe stato legato a dissidi economici tra Gargano e lo zio. Il processo è stato rinviato al 15 marzo per le conclusioni del legale dell’imputato, l’avvocato Enrico Sanseverino.