Serata clou al Baaria Film Festival con la presenza del regista bagherese Giuseppe Tornatore a villa Cattolica.
Tornatore intervistato da Andrea Di Quarto e Alberto Anile ha parlato del suo rapporto con la pubblicità, un rapporto lungo 35 anni.
Sono stati infatti trasmessi 25 dei 45 spot che il regista bagherese ha curato e diretto.
All’evento ha preso parte un pubblico attento e coinvolto che ha seguito l’intervista che si è protratta fino ad oltre mezzanotte.
“E’ un mondo che non può dare tutta la libertà che si vuole -ha detto Tornatore- ma dove si può sperimentare”.
Sullo schermo sono passati alcuni spot famosi come quelli dell’IP, del Mulino Bianco, delle sigarette Parisienne, della campagna per il Covid e alcuni a sfondo sociale come quello contro l’Alzheimer.
“All’inizio avevo quasi la puzza sotto il naso -ha continuato il regista- con il tempo mi sono anche divertito.”
Fra gli spot più noti ci sono quelli per Dolce e Gabbana, con cui si è anche cimentata una solida amicizia.
Tornatore ha anche parlato di Monica Bellucci: “una donna bellissima e anche molto intelligente.”
Ha aggiunto di avere rifiutato molte proposte e di avere lavorato solo per quelli che gli piaceva fare.
Gli intervistatori lo hanno anche sollecitato sul progetto Leningrado, sfiorato per anni ma che non si è mai concretizzato.
Con molta onestà il regista bagherese ha anche ammesso che gli spot sono stati anche un buon aiuto dal punto di vista e ha anche parlato dei suoi inizi come documentarista a Bagheria: “da ragazzo per fare documentari mi finanziavo facendo i matrimoni. Mi divertivo. Era bello il rapporto con i parenti. Ne ho fatto un bel pò.”
La serata si è conclusa con la consegna del premio del Festival a Giuseppe Tornatore dalle mani della sorella Daniela. Alla fine tanti applausi per il più famoso Peppuccio di Bagheria.