Sgominata una banda che nel 2017 ha messo a segno 16 furti in appartamento.
La banda in un caso aveva minacciato di morte una delle vittime utilizzando una mazza da baseball.
Una donna di 40 anni di Bagheria studiava le vittime e poi il gruppo entrava in azione.Nella mattinata di oggi, a Bagheria e ed Alcamo, i carabinieri della Stazione di Bagheria hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa del G.I.P presso il Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 8 soggetti (1 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 2 con obbligo di dimora nel comune di residenza), ritenuti responsabili, a vario titolo, di furto aggravato, furto in abitazione, minaccia aggravata, danneggiamento, lesioni personali aggravate, commessi nel territorio di Bagheria e comuni limitrofi, nel periodo compreso tra il luglio ed il dicembre del 2017.
Le indagini svolte dai militari della Stazione di Bagheria, attraverso attività tecniche, servizi di osservazione, pedinamento e controllo, hanno permesso di accertare le responsabilità degli indagati in molteplici furti, commessi prevalentemente in abitazioni, nel comune di Bagheria e comuni limitrofi.
Le persone coinvolte nell’inchiesta sono:
Gianni Barone, nato a Palermo, 30 anni, residente a Bagheria arrestato
Giuseppe D’Amore, nato a Palermo, 25 anni, residente a Bagheria, arresti domiciliari
Francesco D’Amico, nato a Palermo, 22 anni, residente a Bagheria, arresti domiciliari
Cristian Galioto, nato a Palermo, 20 anni, residente a Bagheria, arresti domiciliari
Filippa Scavo, nata a Palermo, 40 anni, residente a Bagheria, arresti domiciliari
Vincenzo Samuele Morana, nato a Palermo, 21 anni, residente a Bagheria, arresti domiciliari
C.C., nato a Palermo, 20 anni, residente a Bagheria, obbligo di dimora nel comune di residenza
V. M., nato a Termini Imerese, 22 anni, residente a Bagheria, obbligo di dimora nel comune di residenza
Le abitazioni da colpire venivano individuate da una donna, 40enne di Bagheria, anch’ella destinataria di misura cautelare, il cui “modus operandi”, ormai consolidato, consisteva nello“studiare” la vittima, informandosi, in particolare, sull’esistenza di eventi familiari che lasciassero presupporre l’assenza dalle abitazioni degli appartenenti al nucleo familiare (come matrimoni o altre cerimonie religiose), nonché segnalando ai propri complici il momento più opportuno per consumare il furto.
Le indagini dei militari hanno permesso di identificare gli autori di ben 16 furti e grazie ai servizi di osservazione e pedinamento espletati durante la fase delle investigazioni è stato possibile procedere, in alcune circostanze, al recupero della refurtiva asportata durante i furti, individuando alcuni dei canali di ricettazione utilizzati dal gruppo. Inoltre, le attività investigative hanno consentito di appurare come in una circostanza alcuni indagati, dopo essere stati visti da un cittadino armeggiare in maniera sospetta nei pressi di un’abitazione, avessero minacciato di morte e malmenato quest’ultimo con una mazza da baseball, in quanto responsabile di aver chiamato le forze dell’ordine.
Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impegnati circa 60 Carabinieri, con l’ausilio di un elicottero del 9° Nucleo Elicotteri di Palermo.