Il giudice monocratico di Termini Imerese Claudia Camilleri ha chiesto complessivamente 25 anni per i componenti di una banda composta da 13 persone, quasi tutti bagheresi, che avrebbero messo a segno numerosi furti nelle case di Bagheria e dintorni.
La gang avrebbe utilizzato i social network per capire i movimenti dei proprietari ed entrare in azione indisturbati. La condanna è stata chiesta per Gianni Barone (3 anni e un mese e 800 euro di multa), Francesco D’Amico (2 anni e 4 mesi e mille euro di multa), Cristian Galioto (2 anni e 3 mesi e mille euro di multa), Vincenzo Samuele Morana (2 anni e 4 mesi e mille euro di multa), Cristian Casalnuovo (2 anni e 2 mesi), Alessandro Leale (8 mesi e 800 euro), Giuseppe D’Amore (un anno e 3 mesi e 800 euro di multa), Roberto Fazio (due anni e mille euro di multa), Antonino Desio (un anno e 4 mesi e 2 mila euro di multa), Giuseppe Nicchia (un anno e 4 mesi), Filippa Scavo (2 anni e 2 mesi e mille euro di multa), Vincenzo Marco Galioto (un anno e un mese e mille euro di multa), Nicola Lo Coco (2 anni e 2 mesi e mille euro di multa). I furti contestati alla banda sono 16, messi a segno fra Bagheria, Casteldaccia, Santa Flavia, Altavilla Milicia, Misilmeri e Termini Imerese, tra luglio e dicembre del 2017.
Le accuse sono di furto, minacce, danneggiamento e lesioni personali.
In un caso una delle vittime venne minacciata con una mazza da baseball. La scena venne ripresa da una telecamera. Il bottino fu una scala e un lampadario. I furti venivano messi a segno quando i proprietari erano fuori casa perché partecipavano a matrimoni, funerali o fuori città. Le vicende sono state ricostruire dal pm Guido Schinina’.
Gli investigatori riuscirono a risalire agli autori grazie ad appostamenti ed intercettazioni che consentirono anche di recuperare parte della refurtiva come orologi, televisori e attrezzi agricoli.