Si sono conclusi i lavori di ripristino della recinzione su strada, del muro adiacente e la sistemazione esterna, a villa Aragona Cutò, sede della biblioteca comunale. I lavori prevedevano il ripristino del transito in sicurezza lungo il marciapiede, impedito dalla rete di protezione e dalla crescita della vegetazione infestante.
E’ stata anche rimessa a posto l’area circostante la villa. Per il progetto esecutivo per la “sistemazione dell’atrio e del muro prospiciente la via consolare di palazzo Cutò” è stato necessario un finanziamento di 223.070 euro. Ad eseguire i lavori è stata la ditta Edil Service (Edilizia e Servizi) Soc.Coop che ha offerto un ribasso pari a 13,53% dunque per un importo contrattuale pari a 158.952,89 euro oltre IVA.
I lavori vennero affidati con la giunta del sindaco Patrizio Cinque e completati da Filippo Tripoli.
L’urgenza di ripristinare il muro di cinta su strada, oltre che per il decoro del bene monumentale, era necessario anche per l’igiene e la salute pubblica, e per inibire qualsiasi possibilità di intrusione.
Il muro era crollato un decennio fa.
Una restante porzione del muro non è stato abbattuto per disposizione della Soprintendenza perchè ritenuto bene monumentale, anche se risale ai primi del 900.
Villa Cutò, sede della biblioteca comunale Francesco Scaduto, è frequentata giornalmente da numerosi utenti e studenti ed era fondamentale ripristinare la recinzione su strada anche al fine di evitare ingressi difficilmente controllabili
La Villa Aragona Cutò venne edificata tra il 1712 e il 1716 da Luigi Onofrio Naselli, principe di Aragona, come residenza estiva. Il progetto venne elaborato dall’architetto Giuseppe Mariani. Nel 1803 la villa venne acquistata da Alessandro Filangeri, principe di Cutò, e in questo passaggio si rese necessaria la sostituzione delle insegne di famiglia: il monograma PC, principe di Cutò, appare oggi sul cancello principale. Nei primi del Novecento tra i proprietari vi furono Alessandro Tasca di Cutò, conosciuto come il Principe rosso per le sue simpatie socialiste e Giuseppe Tomasi di Lampedusa, futuro autore de Il Gattopardo, e anche lui legato ai Filangeri di Cutò per parte materna. Nel 1923 Giuseppe Tomasi vendette la villa ad alcune famiglie bagheresi non aristocratiche (Di Bernardo e poi Carollo) che ne mantennero la proprietà fino al 1987 anno in cui l’intero complesso monumentale venne acquistato dal Comune. Sin dal 1983 il Comune ha perseguito un programma di acquisizione e di recupero che, fino al 1993, è stato diretto dall’architetto bagherese Antonio Belvedere. Dal 1993 i lavori sono stati proseguiti direttamente dalla Sovrintendenza BB.CC.AA e da tecnici comunali cui è da attribuire tutta la sistemazione degli ambienti interni. Attualmente il palazzo è divenuto sede della Biblioteca comunale Francesco Scaduto.