La Procura di Termini Imerese ha condannato a 2 anni e 2 mesi per omessa sicurezza, l’imprenditore dove lavorava Francesco Paolo Siragusa, il giovane di 23 anni morto sul colpo dopo essere caduto da un casolare in via Consolare, il 12 ottobre 2013. A nulla servì l’arrivo del 118.La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Angela Lo Piparo che ha assolto i committenti con la formula più ampia e liberatoria per “non avere commesso il fatto”, mentre è stato condannato Giovanni Marino, di 58 anni, datore di lavoro del giovane, anche se la ditta era intestata al figlio.
Marino è stato condannato a 2 anni e 2 mesi per omicidio colposo e violazione della legge i materia di sicurezza sul lavoro.
Il giorno dell’incidente, Siragusa, che stava effettuando dei lavori sul tetto del capannone di via Consolare, perse l’equilibrio e cadde sfondando il tetto.
I carabinieri di Bagheria e l’Asp aprirono un’inchiesta. Fn da subito vennero fuori alcune negligenze, in fatto di sicurezza. Non vennero ritrovati i mezzi antifortunistica.
I committenti sono nel corso del processo sono stati assolti perché non era competenza loro occuparsi della sicurezza. Condannato invece il datore di lavoro. I familiari del giovane si sono costituiti parte civile e sono difesi dall’avvocato Alessandra Pastorella.