Un lungo corteo di protesta di gran parte dei 114 dipendenti di Ati Group, Edimar ed Ediltecna, le tre aziende di Bagheria confiscate alla mafia, appartenute a Michele Aiello. La protesta, organizzata dalla Cgil Palermo e Fillea, è partita da via Dante, all’angolo con via Città di Palermo e ha attraverso i corsi Butera e Umberto, fino alla sede del Comune.
Si è svolto un incontro nell’aula consiliare.
I sindacati chiedono all’azienda in amministrazione giudiziaria di far ripartire i lavori nei cantieri fermi ormai da più di un anno, rimasti inattivi da quando, con la confisca definitiva, il patrimonio della società è stato estrapolato e ceduto allo Stato. L’azienda, entrata in crisi, ha dovuto mettere gli operai in cassa integrazione e malgrado le diverse commesse in corso, e l’acquisizione di nuove commesse, tra cui quelle di recente affidate dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati, i cantieri sono rimasti inattivi e in questo momento lavorano solo 10 operai edili su 80 (dei 114 fanno parte anche 17 metalmeccanici e 8 impiegati). Il sindacato ha chiesto un incontro con l’Agenzia per superare gli ostacoli che intralciano la riattivazione delle opere interrotte.
Fermi del tutto sono l’ampliamento di Villa Santa Teresa, iniziato nel 2013, e la commessa del Policlinico (non legata alle opere di ammodernamento in corso). Il lavoro per la realizzazione del Mattatoio di Partinico, appaltato dalla Provincia nel 2001 a un’altra azienda è stato affidato all’Ati Group successivamente, dopo un periodo di blocco. Impegna attualmente solo 3 operai e i lavori di avanzamento non procedono. Altri 3 operai del gruppo lavorano per conto dell’Agenzia per i beni confiscati in un supermercato di Castelvetrano. Ati Group inoltre ha un contratto con Villa Santa Teresa per 4 lavoratori impiegati nel settore delle pulizie.
Recentemente è giunta la notizia della commessa per la realizzazione di una strada a Bolognetta, ma i sindacati chiedono che anche gli altri cantieri vengano riavviati.