Aveva sferrato un pugno all’allenatore di calcio della Fortitudo, dove militava il figlio di 14 anni, perché non lo aveva fatto giocare, e a distanza di oltre 4 mesi arriva il provvedimento da parte della questura di Palermo che ha emesso un daspo nei suoi confronti.Protagonista del provvedimento che avrà la durata di un anno è un cinquantenne bagherese.
La vicenda risale al 6 ottobre dello scorso anno quando la formazione giovanile aveva affrontato allo stadio comunale di Bagheria la squadra palermitana del Demma Ribolla di pari età, uscendo sconfitta per 1 a 0.
Al termine della gara l’uomo aveva aggredito l’allenatore della squadra casalinga tra le cui fila militava il figlio.
A scatenare la violenta reazione nei confronti dell’allenatore, il risentimento del padre per la decisione del tecnico di tenere il figlio in panchina. La vittima, colpita al volto, avrebbe riportato la lesione alla mandibola.
II questore di Palermo, valutata la condotta minacciosa e violenta ed in grado di “creare turbative all’ordine e alla sicurezza pubblica, attribuendo, inoltre, alla deplorevole azione, compiuta in presenza di diversi ragazzini minorenni, un forte disvalore sociale nonché educativo, ha diffidato l’uomo ad accedere agli impianti sportivi del territorio nazionale e degli altri Stati membri dell’Unione Europea ove si disputeranno tutte le manifestazioni calcistiche, anche amichevoli.”
La società di calcio bagherese, durante una riunione convocata urgentemente per discutere del caso, decise dopo l’episodio, di espellere il padre e purtroppo anche il bambino.
Il presidente della formazione bagherese, denunciò la vicenda sui social network.
“Oggi -scrisse Pierandrea Figlia- la Fortitudo, con quanto successo, ha subito una metaforica sconfitta che fa molto male e che dimostra come professare certi valori positivi non è mai abbastanza.
Tuttavia, non sarà un ignobile e isolato cortocircuito a spegnere in noi la voglia di continuare a spendersi perché i valori di cui sopra trionfino ogni giorno nel calcio e, in generale, nella vita.”