È tornato completamente libero l’ingegnere Michele Aiello, che ha scontato tutta la pena.
Aiello ha trascorso l’ultimo periodo agli arresti domiciliari per gravi problemi di salute. Era stato condannato a 15 anni e 6 mesi di carcere per associazione mafiosa nel processo “Talpe alla DDA”, lo stesso nel quale è stato condannato l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro.
Di lui hanno parlato alcuni pentiti di mafia, considerandolo vicino ad alcuni esponenti mafiosi locali e prestanome di Bernardo Provenzano.
Di professione ingegnere, Aiello iniziò negli appalti per la costruzione di strade interpoderali di campagna ed investì anche nel settore della sanità, divenendo proprietario di cinque cliniche mediche, tra cui Villa Santa Teresa, centro oncologico all’avanguardia nella diagnostica per immagini.
Aiello negli anni 80 è stato anche presidente della squadra di calcio del Bagheria in serie D.
Aiello venne arrestato il 5 novembre del 2003, all’esplodere dell’inchiesta “Talpe alla DDA”.
Dopo l’arresto, gli sono stati sequestrati dei beni di un valore complessivo di circa 800 milioni di euro, compresa Villa Santa Teresa.
Nel marzo 2012, dopo circa un anno e due mesi di reclusione, il Tribunale di sorveglianza dell’Aquila, presieduto da Laura Longo, gli ha concesso di avere gli arresti domiciliari per un anno perché affetto da favismo e perché il menù del carcere di Sulmona non era adeguato al suo problema.
Il sostituto procuratore della Dda di Palermo Nino Di Matteo si è chiesto che cosa avesse impedito di cambiare il menù del carcere o di trasferire Aiello in un’altra struttura penitenziaria.
Aiello poco dopo tornò in carcere ma qualche anno dopo gli vennero concessi gli arresti domiciliari per gravi problemi di salute.