Con un comunicato stampa congiunto, sottoscritto dai due presidenti dei centri commerciali naturali di Bagheria “Umberto gallery” e “centro commerciale naturale Bagheria”, Carmelo Di Salvo e Francesco Sparacino, vengono fatte alcune precisazioni, in merito alla graduatoria sui centri commerciali in cui sono stati inseriti entrambi.
“I contributi ammessi sono in gran parte destinati per contributi alle ditte consorziate -si legge nella nota- la parte concessa ai due centri commerciali naturali sono preventivamente da progetto, già destinate a creare un sito web comune ai rispettivi consorziati, una rete di fideilizzazione, pubblicità, tutto finalizzato a rendere appetibile e riconoscibile il centro commerciale e la valorizzazione del territorio comunale.
Il fatto che gran parte delle attività commerciali ricadano in corso Umberto I° non legittima nessuno a strumentalizzare le nostre esigenze e passate richieste di collaborazione alla quadriennale questione di “corso aperto/corso chiuso”,
tale questione è stata dibattuta in lungo e largo con tavoli tecnici e non, individualmente, collettivamente, con manifestazioni, ecc.”
Nel comunicato stampa si va oltre e vengono elencate una serie di inadempienze da parte delle varie amminsitrazioni che si sono susseguite come la creazione di una consulta permanente per le problematiche di ordine socio-economico, l’attivazione di un sistema di video sicurezza in punti chiave della cittadina, la creazione di un’area parcheggio a Piazza Indipendenza, la possibilità dell’attraversamento di veicoli del corso Umberto I° all’altezza via Giuseppe Scordato e via Salvatore Di Pasquale, ricongiungendo le due metà di una cittadina divise non più da un muro ma da un corso chiuso al traffico che non tiene conto delle esigenze dei cittadini che abitano nel centro storico, una maggiore presenza della polizia municipale in tutto il centro storico e nei punti di snodo che permettono l’accesso al corso chiuso al traffico di ambulanze, il potenziamento dello sportello d’informazione turistica esistente a metà di corso Umberto I° rendendolo degno di tale nome e non legato alla buona volontà di lodevoli persone, l’attivazione di uno sportello informativo turistico dentro Villa Cutò, nella parte prospiciente la stazione ferroviaria e la promozione del territorio, delle ricchezze, delle residue attività produttive rimaste.”
Il comunicato si conclude con altre dure critiche all’indirizzo dell’amministrazione comunale: “dovremmo vivere di turismo e siamo in mano ad un gruppo di incapaci”.