Il Movimento 5 stelle replica alle dichiarazioni del Pd cittadino, e con una lunga nota sottolinea che il debito del Comune è di 66 milioni di euro e non di gran lunga inferiore come sostenuto e che il dissesto era inevitabile.
“Quando abbiamo letto la dichiarazione del segretario del Partito Democratico sul dissesto abbiamo sorriso -si legge in una nota- pensavamo di essere vittime di un tardivo scherzo di carnevale.
Addebitare al Movimento Cinque Stelle la dichiarazione di dissesto e far immaginare tra le righe che sarebbe stata evitabile come se noi l’avessimo generata appare una ricostruzione fantasiosa e degna di uno scarso scribacchino dell’epoca post-moderna.”
Il M5S in una lunga nota ricostruisce alcuni episodi, partendo dal 2013 quando venne approvata una delibera di giunta con il riequilibrio finanziario che però successivamente ricevette il parere negativo sia del collegio dei revisori che della circoscrizione di Aspra. Il 21 marzo la giunta Lo Meo venne sfiduciata e il 31 marzo del 2014 venne nominato il vice prefetto Michela La Iacona commissario di Bagheria.
Il 19 maggio il commissario dichiarò il dissesto finanziario dell’Ente. “Basta semplicemente consultare gli atti -si legge nella nota del M5S- per verificare come il Comune di Bagheria si trovava in uno stato di deficit strutturale e come la dichiarazione di dissesto fosse inevitabile a maggior ragione dopo la bocciatura del piano di riequilibrio economico-finanziario da parte del Consiglio Comunale.
Piano di riequilibrio che aveva il parere contrario dello stesso collegio dei revisori, a firma dell’ingegnere Giovanni Mercadante, poi sospeso”.
Il M5S continua dicendo che “l’allegro segretario evidentemente sconosce che proprio la Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione Siciliana- con propria deliberazione, il 16 ottobre 2013 aveva accertato la sussistenza dei presupposti del dissesto finanziario del Comune di Bagheria.
Certo, è pur vero che, se fossero stati assunti provvedimenti idonei ad evitarlo e se si fosse provveduto, attraverso una sana azione amministrativa, ad evitare che si cumulassero tutti questi debiti il dissesto sarebbe stato evitabile ma non eravamo certo noi all’epoca alla guida del Paese e respingiamo al mittente le accuse. La pochezza politica con la quale si costruiscono le storie da il senso di quanto la malagestio amministrativa imperversava prima ed imperversa ancora nelle file della nuova classe dirigente del PD. Sarebbe bastato che il Segretario si confrontasse con uno dei due consiglieri, tecnico in materia, e che votò Contro quel Piano di Riequilibrio per comprendere come quella manovra fosse improduttiva di effetti. A noi resta adesso l’ardua opera di ricostruzione e di risanamento di un debito che non abbiamo generato.”
Nella nota si aggiunge inoltre che, secondo i dati “ le richieste di ammissione in massa passiva ammontano a più di 66.000.000 di euro (superiore alla ricognizione debitoria allegata al piano di riequilibrio targato Lo Meo) ma il segretario conosce benissimo questo dato in quanto ha avuto con l’OSL un incontro ufficiale.
Il dispendioso lavoro che ha visto i Commissari e i nostri uffici impegnati nella certificazione del debito e nella verifica puntuale, debito per debito e fattura per fattura, di ogni pretesa vantata dai creditori ha portato all’ammissione in massa passiva di circa 22 milioni di debito, frutto della non ammissione di parte del debito risultante dal Coinres. La non ammissione però non comporta la cancellazione del debito, così come paventato dal segretario burlone ma potrebbe portare all’instaurazione di un contenzioso nel quale il Comune di Bagheria dovrebbe difendersi. Vale la pena sottolineare che nessun contributo sarebbe arrivato al Comune di Bagheria se il commissario non avesse dichiarato il dissesto, trattandosi per l’appunto di contributi riservati ai comuni in dissesto.”