La visita del giardino didattico dedicato a Piersanti Mattarella, vittima di mafia, realizzato dai residenti all’interno della comunità terapeutica per il recupero degli ex tossicodipendenti è stato il momento più significativo della visita dell’Arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice che per la prima volta da quando guida l’arcidiocesi di Palermo si è recato in contrada “Incorvino” presso la sede della Comunità fondata e diretta da don Salvatore Lo Bue. Presente pure il coordinatore dei parroci bagheresi don Giuseppe Sunseri, alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine tra cui l’ispettore del commissariato di Polizia Domenico Barone. Lorefice è rimasto colpito dall’ordine e dalla pulizia della comunità.
“La realtà in cui vivono questi ragazzi è dove ricominciano a costruire un nuovo percorso di crescita e di relazione – afferma il vicedirettore Biagio Sciortino – in questo luogo è come se ogni ragazzo rinascesse una seconda volta. Un luogo dove ci si innamora della propria vita, dove si diventa responsabili della propria storia”. I ragazzi in sala pranzo si sono presentati ad uno ad uno al presule il quale facendo riferimento al passo del Vangelo in cui si parla della donna che soffriva di emorragie che fu guarita toccando Gesù, ha fatto questo esempio al contrario.
“Stringendo la mano a tutti i ragazzi salutandoli ha detto Lorefice – ho sentito una forte energia venir fuori da loro e anche un’altrettanta energia fuori e per questo li invito a non abbattersi perché comunque in loro è presente una energia che se alimentata dalla fede in Dio, qualsiasi Dio, può farsi che avvenga il miracolo nella loro vita cioè la guarigione”.
Tali parole perché la “Casa dei giovani” ospita persone di nazionalità cultura e religione diversa. Successivamente poi don Salvatore Lo Bue ha raccontato la storia della Comunità casa dei giovani, voluta dal cardinale Salvatore Pappalardo oltre 34 anni orsono che ha come scopo prioritario quello di promuovere attraverso i suoi centri e le proprie attività i supporti umani e psicosociali necessari a coloro che vivono situazioni di disagio. In particolare la prevenzione primaria, secondaria, terziaria e del reinserimento socio-lavorativo nell’ambito della tossicodipendenza, l’accoglienza e la protezione sociale delle persone vittime della tratta e dello sfruttamento, l’accoglienza di minori attraverso interventi socio-assistenziali ed educativi integrativi o sostitutivi della famiglia.
“Le parole di speranza del nostro vescovo hanno illuminato i cuori di tutti noi – ha detto don Lo Bue. Il vescovo ha promesso di tornare per trascorre una serata insieme agli operatori e ai ragazzi ospiti della struttura.”