L’Associazione Medica Bagherese con un comunicato stampa, firmato dal presidente Vittorio Panno, esprime forte rammarico per quanto successo presso il presidio di continuità assistenziale di Bagheria nella giornata di sabato 26 Gennaio per l’aggressione alla dottoressa Alessandra Pizzo, e manifesta solidarietà nei confronti della collega. “L’AMB è una associazione di medici nata nel lontano 1961 -si legge nella nota- e quindi come tale rappresenta un’istituzione del territorio che ha potuto constatare il profondo cambiamento culturale economico e sociale del paese, che si è espresso anche con una modifica del rapporto tra il medico e il paziente. Purtroppo ormai sempre più frequenti sono gli eventi di aggressione verbale e fisica nei confronti degli operatori sanitari, non solo in continuità assistenziale, ma anche nei confronti del personale del Pronto Soccorso (PTE), del poliambulatorio (PTA) o degli innumeroveli studi medici presenti sul territorio. Bisogna mettere in evidenza che il medico di continuità assitenziale è la figura professionale più a rischio di aggressioni tra quelle precedentemente elencate, perchè si trova a lavorare in maniera completamente isolata ed in balia di qualsiasi malintenzionato.”
La nota continua sottolineando che il distretto bagherese “ha prontamente dotato il presidio di Bagheria, così come tutte le altre postazioni del distretto, di tutti i sistemi di sicurezza previsti dalla normativa vigente; però, come numerosi sindacati e associazioni hanno messo in evidenza, questi supporti non riescono ad evitare il peggio, ma permettono soltanto di allertare le forze dell’ordine il prima possibile. Considerato l’elevato carico lavorativo dei medici di continuità assistenziale di Bagheria e la tipologia di utenza che usufruisce del servizio bagherese il nostro territorio è da considerare come “critico”. Pertanto ci auspichiamo che le autorità competenti possano prendere in considerazione la possibilità di affiancare un secondo medico a quello già previsto e di dotare la postazione di una guardia giurata che permetta ai medici di lavorare in maniera più sicura. L’associazione medica bagherese esprime forte dispiacere perchè l’evento ha visto protagonista una giovane collega bagherese, che coraggiosamente ha deciso di lavorare nel nostro territorio, preferendolo ad altre realtà più semplici.”