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mercoledì 4 Dicembre 2024

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 Bagheria. Lavoro e legalità al centro del convegno alla chiesa Madre

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convegno lavoro chiesa madredi Federica Colletta
Lavoro e legalità sono stati i temi affrontati nel corso dell’interessante convegno organizzato dal parroco Giovanni  La Mendola e dalla Confraternita di San Giuseppe, alla chiesa Madre,  in occasione della festa del Santo patrono di Bagheria.
Nel corso del dibattito si è parlato della crisi del lavoro e del commercio, rispetto della legalità e dell’ordine pubblico, emergenza educativa.
Ad aprire il dibattito, dopo i saluti e i ringraziamenti del sacerdote è stato il sindaco Patrizio Cinque che ha descritto lo stato in cui versa Bagheria riguardo questi temi. Per quanto concerne l’illegalità ha distinto la microcriminalità diffusa, come spaccio e prostituzione, dal malcostume del bagherese: “ il fruttivendolo abusivo che si colloca in un posto dove non dovrebbe stare, o che ha la sua attività e occupa tutto il marciapiede per esporre frutta e verdura, chi posteggia in seconda fila come se fosse normale. Bagheria è stato territorio dove la mafia ha fatto da padrona, dove ha governato i processi amministrativi all’interno della macchina comunale. Bisogna collaborare con le forze dell’ordine e deve per prima l’amministrazione comunale in tutti i suoi procedimenti  evitare l’illegalità.”
Sul lavoro, parla di una nuova povertà, del reddito di cittadinanza come unica possibilità di garanzia per alcuni cittadini di sopravvivere, di risorse in mano a pochi. Parla di spiritualità come sfida per il cittadino di elevarsi, in una società quasi priva di affetti, in cui si è schiavi di qualcun altro, con al centro di tutto il lavoro, quando c’è, e usurante per giunta.
Il primo degli ospiti, il professore Nino Morreale,  ha parlato del passato di Bagheria, chiarendo che prima ancora di città delle ville, Bagheria nacque da una villa: Palazzo Butera: “il nucleo principale non risiede nella nascita delle ville ma dall’espansione di una sola, il cuore, che è il palazzo Butera, in cui si conservano registri di nascita, di matrimoni, di morte che risalgono ancora prima (1707) della nascita della prima villa di Bagheria. È opportuno che sia chiaro che noi non siamo i camerieri dei nobili  siciliani. I nostri trisavoli, bisnonni erano contadini lavoratori, artigiani che lavoravano nelle masserie. Palazzo Butera non è altro che una trasformazione di una masseria del giurista palermitano Francesco Cavallaro che compra la masseria dal mercante Rizzo, e la rivende al principe Giuseppe Branciforti. È da li che siamo partiti ed è su quei binari che dovevamo rimanere.”
Ha parlato di ricostruzione, della necessità di nuove idee per questo paese, sull’importanza che l’agrumeto ha avuto per la ricchezza di Bagheria e nello stesso tempo ne è stata la più grande condanna.
Il dottor Saeli, attualmente magistrato militare, ha specificato che “non ci può essere una separazione tra violazione della legge e gli effetti che questa violazione producono anche sotto il profilo economico”.
Non si può pensare che la crisi economica bagherese sia slegata da comportamenti delittuosi avvenuti. La ricerca dei guadagni facili ha inciso sulla morte della società. Ci si chiede da dove proviene l’illegalità e come si può combattere. La mancanza di lavoro crea necessità di sopravvivere, ma non è possibile sopravvivere se non si ha lavoro e allora si commettono reati di cui tutti siamo afflitti. Attraverso la lettura di alcuni dati il dott. Saeli ci descrive la situazione della giustizia italiana, con un basso numero di magistrati  (14,8) ogni 100 mila abitanti, con più di 400 cause civili in capo ad ogni magistrato. Negli altri paesi europei in numeri sono di gran lunga inferiori. Ha sottolineato l’importanza del voto, della necessità che il cittadino chiedi conto ai propri rappresentanti del lavoro che svolge, e prima di votarlo sapere cosa intende fare per il paese.
Francesco Viscuso, ex segretario del Comune di Bagheria negli scorsi anni,   ha parlato di una Europa che ha tagliato le gambe ai paesi membri, dei paesi indebitati che si trovano nell’impossibilità di fare manovre espansive per i limiti posti dall’unione europea.
Sono necessari tre aspetti: una ristrutturazione, chiarezza di regole e coraggio di decidere. Ha sottolineato l’importanza di fare e approvare un piano regolatore.
Padre La Mendola ha ribadito che spesso è proprio l’incompetenza dei dirigenti che mettono i bastoni tra le ruote e fanno piangere tanti padri di famiglia.
Italo Fragale, presidente Confcommercio, ha fotografato la situazione attuale in cui si trovano le aziende, di come le vendite siano completamente mortificate dalla tassazione nazionale, di come sia difficile da parte delle aziende l’accesso al credito (circa il 70% non può accedervi), non permettendo di andare avanti nelle iniziative di azienda. Ha continuato facendo un confronto tra la situazione attuale e quella passata in cui i principali argomenti erano l’orario di apertura, di chiusura, e la mezza giornata libera. Oggi non c’è più il lunedì mattina libero, la domenica si lavora ecc. Afferma: “Possiamo istituzionalizzare questa tavolo, io sono a disposizione, ma dalle parole dobbiamo passare ai fatti, dopo tutte quelle che sono le belle parole dobbiamo passare ai fatti. Se siamo uniti, se si continua con questi incontri, con dibattiti, se si mettono in atto le cose che diciamo, abbiamo la possibilità di riprenderci tutto ciò che auspichiamo, serenità e tranquillità che possa metterci nelle condizioni di portare avanti le nostre imprese”.
Quasi alla fine degli interventi, Michelangelo Balistreri ci ha lasciati riflettere con quattro delle sue splendide ed emozionanti poesie: la prima “un ancilu sicilianu” dedicata a Padre Pino Puglisi, prete di Brancaccio, ucciso dalla mafia e proclamato beato nel 2013; la seconda “ A’ vuci ra me terra’ “; la terza “Fimmini siciliani” dedicata alle donne perché, tiene a sottolineare Balistreri, non dobbiamo ricordarle solo per la loro festa l’8 marzo; la quarta  “A matri ri Colapisci”, che sorregge la Sicilia con la sua forza.
A seguito ha preso parola l’ingegnere Morana che con voce ferma e convinta, ha spronato la comunità a non restare fermi a guardare che qualcosa accada:”dobbiamo dare un segnale di speranza, non dobbiamo caricare i giovani. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, altrimenti non esista una società. Se noi vecchi non andiamo bene, voi giovani avete il dovere di prenderci a calci nel sedere!”
Per ultimo, l’ingegnere Giuseppe Bagnera, erede del noto matematico dei primi anni del secolo scorso, ha osservato che negli interventi precedenti poche cose sono state dette su cosa si può fare a Bagheria:  “finita l’agricoltura, l’edilizia, l’unica possibilità di sviluppo che ha è quella della cultura e del turismo. Bagheria ha molti siti archeologici, ville, ha un bagaglio artistico notevolissimo che deve essere sfruttato. Bagheria ha una sua storia e deve essere presentata al pubblico”. Continua, facendo riferimento al contrasto all’illegalità:” c’è un’illegalità sparsa. Fossi presidente del Consiglio toglierei soldi alle regioni che sprecano un sacco di soldi e li darei alle forze dell’ordine e alla magistratura”.
Questo intenso dibattito, che ha visto la presenza di molti cittadini, si è concluso con la premiazione del concorso a cui hanno partecipato gli studenti delle scuole medie superiori, presentando poesie, disegni e lettere dedicati al lavoro che le forze dell’ordine svolgono ogni giorno per il bene del  nostro Paese.
Un’intensa giornata dedicata a valori che spesso predichiamo senza metterli in atto, che dobbiamo ricordarci che esistono per accorgerci che su di loro si fonda la società in cui viviamo.
 
 
 

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