di Pino Grasso
Al consultorio familiare i locali sono fatiscenti, mancano le sale per garantire la privacy alle donne in attesa di essere visitate, i servizi igienici non sono adeguati e non offrono il necessario confort.
A tal proposito protestano le donne del comprensorio che avviano una petizione.
A promuoverla il Comitato donne del comprensorio che la mattina dell’8 marzo presidierà la sede del Consultorio in via Massimo D’Azeglio. “Quest’anno ricorderemo la festa delle donne iniziando una raccolta di firme – dichiara la promotrice Rosa La Camera – per chiedere un nuovo consultorio per le donne e non una tenda da campo come quella che abbiamo adesso. Forse i medici senza frontiere possono vantare migliori mezzi e ambienti di quelli di cui possono usufruire il gruppo di operatori nel Consultorio cittadino”. Quella del Consultorio è una storia lunga quarant’anni, i servizi che offre sono preziosi e vanta una numerosissima affluenza di donne da tutto il territori circostante che comprende i comuni di Santa Flavia, Altavilla Milicia, Casteldaccia e Ficarazzi. Il consultorio offre annualmente assistenza gratuita a migliaia di donne, grazie a professionisti serie che anche loro hanno difficoltà ad operare. Tra questi un ginecologo, un’assistente sociale, un’assistente alle neomamme, uno psicologico e una infermiera.
“Per me è sempre una sofferenza e un piacere quando ci vado – aggiunge La Camera – come tutte le persone che si rivolgono per aiuto in quella struttura, soffro per le angustie e lo squallore del luogo, le lunghe liste di attesa, la scarsità dei mezzi che non permettono a chi ci dovrebbe curare di approfondire i casi più difficili. E’ anche un piacere in quanto il tempo trascorso fra le donne in attesa è sempre un momento ricco di incontri e di esperienze”.
Le donne del comitato chiedono una sala per le donne accogliente, servizi igienici adeguati, una sala dove le mamme in difficoltà possano allattare.
“Ho constatato di persona la situazione e sono consapevole che gli ambienti di cui disponiamo non rispondono alle caratteristiche di un presidio sanitario – dichiara il direttore del distretto di Bagheria Luigi Lo Giudice – perché sono locali di civile abitazione adattati alle nostre esigenze. Ma non è soltanto il Consultorio che afferisce al dipartimento di Educazione della donna e del bambini che versa in questa situazione, in quanto anche il Punto territoriale emergenza è nelle stesse condizioni”.
Il direttore ha inviato una richiesta al sindaco con cui ha chiesto di assegnare sia al consultorio, sia al Punto territoriale emergenza altri locali più adeguati”.
Ho chiesto che ci venga destinato uno dei beni confiscati alla mafia che lo Stato ha assegnato al Comune – aggiunge Lo Giudice – in particolare in via papa Giovanni XXIII abbiamo notato che esiste un immobile abbandonato che con le dovute modifiche potrebbe essere idoneo per entrambi i servizi sanitari in città”.