Dopo avere chiesto il rito abbreviato, sono stati condannati a pene lievi.
Questo anche a seguito della decisione di collaborare con la giustizia e fare piena luce su alcuni fatti estorsivi di cui sono stati protagonisti.
Le condanne sono state messe nei confronti di Salvatore Lo Piparo e Benito Morsicato che erano stati arrestati nel giugno del 2014 nell’ambito dell’operazione Resest.
Lo Piparo è stato condannato a 3 anni e 8 mesi e Morsicato a 2 anni e 4 mesi.
Le pene sono state emesse dal gup Roberto Riggio.
Nell’ambito del processo si è costituito parte civile anche il Comune di Bagheria che riceverà un indennizzo dai due condannati.
Lo Piparo ha ammesso di avere compiuto 8 estorsioni, ai danni di altrettanti commercianti bagheresi, mentre Morsicato ha ammesso di avere compiuto alcuni danneggiamenti per coloro che non volevano pagare il pizzo.
I due erano difesi dagli avvocati Monica Genovese e Gloria Lupo.
I due collaboratori hanno detto che agivano per conto di Giovanni Pietro Flamia, Giorgio Provenzano e Giuseppe di Fiore.
Lo Piparo ha ammesso di chiedere il pizzo, per conto della famiglia bagherese, a Bagheria ma anche a Villabate e Ficarazzi.
Nel Natale del 2013 aveva chiesto soldi ad una catena di negozi e ad una ditta edile di costruzioni.
I due hanno ammesso di avere compiuto danneggiamenti bruciando la saracinesca di una ditta nel settore ittico e di avere inviato 2 proiettili ad un altro imprenditore, nel territorio di Santa Flavia.
Morsicato ha anche ammesso di avere rubato 2 telecamere di sorveglianza da un negozio, per evitare di essere ripreso e individuato. (m.d.s.)