Attivata nei locali della Parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria, in pieno centro storico, la culla per la vita. L’iniziativa organizzata dal “Centro di Aiuto alla Vita” è stata realizzata nella ricorrenza del 21 anniversario del ritrovamento di una bambina all’interno di un sacchetto di plastica presso il Centro Caritas che allora era ospitato a palazzo Butera, dove da oltre cento anni le Figlie della Carità di San Vincenzo operano a vantaggio dei bisognosi della città. Allora fu la madre superiora dell’epoca, suor Michelina Massaro che trovò all’interno la piccola Vincenzina, come vollero che si chiamasse, le suore vincenziane, in onore al loro fondatore san Vincenzo Dè Paoli.
“Era il 27 settembre 1996 – ricorda la presidente della sezione cittadina del Cav, Maria Concetta Domilici – quando una bambina venne lasciata in un sacchetto di plastica, tra tanti altri pieni di abiti dismessi, nel cortile di Palazzo Butera, affinché qualcuno la trovasse e se ne prendesse cura. Così accadde. La bimba trovò una famiglia che la accolse.
Oggi il Centro Aiuto alla Vita di Bagheria, presente in città da 20 anni, nel nome dell’accoglienza della vita nascente, per far si che ogni bambino abbia la possibilità di vivere, laddove la mamma non potesse prendersene cura desideriamo ringraziare colori i quali, e sono tanti, che a vario titolo, hanno dato il loro prezioso contributo rispondendo con slancio alla chiamata.
In particolar modo l’arciprete don Giovanni La Mendola per l’immensa disponibilità manifestata, la Confraternita del Patriarca San Giuseppe della Parrocchia Madrice per il grande supporto economico, l’architetto Roberto Cavallaro per la predisposizione del progetto architettonico e la direzione dei lavori dell’artigiano Giuseppe Fossile, titolare della ditta “Idrotermoelettrica” e per l’installazione degli impianti elettrici e di sorveglianza”. L’inaugurazione della culla della vita si svolse lo scorso 12 febbraio, nella chiesa della Natività della Vergine Maria nel corso di una manifestazione in cui don Giovanni La Mendola tenne una relazione dal titolo: “La realtà e le sfide della famiglia”, ma mancava il sistema di sorveglianza e le altre apparecchiature che garantivano la sicurezza, adesso è pienamente operativa. “Il nostro auspicio è che la culla non venga mai utilizzata – afferma l’arciprete don Giovanni La Mendola – ma purtroppo dobbiamo registrare l’abbandono di bambini e la recrudescenza della pratica abortiva che viene praticata da parte di tante ragazze di età compresa tra i 16 e i 20 e da donne che non sono seguite durante questo particolare momento della loro vita”. La culla per la vita è una versione moderna e tecnologicamente avanzata della medievale “Ruota degli Esposti”. Si tratta di una struttura concepita appositamente per permettere di lasciare, totalmente protetti, i neonati da parte delle mamme in difficoltà nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. È in luogo facilmente raggiungibile, garantisce l’anonimato della mamma che vuole lasciare il bambino ed è dotata di una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico) che permettono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino. La culla per la vita è un’estrema possibilità di accoglienza e di vita che deve servire ad evitare un estremo gesto di rifiuto.