C’è un nuovo indagato nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio di Maria Corona, la donna bagherese uccisa il 14 aprile dello scorso anno e il cui corpo mutilato venne ritrovato nelle campagne di Casteldaccia.
A confessare il delitto fu la nipote Francesca Maria Castronovo, che raccontò di avere assoldato due estracomunitari, l’ivoriano Guy Morel Diehi e il maliano Toumani Soukouna, di essere gli esecutori materiali del delitto.
Da alcuni giorni nel registro degli indagati è finito uno straniero: l’accusa è di favoreggiamento reale. Avrebbe aiutato i due presunti assassini, ai quali Corona avrebbe dato 100 mila euro, a nascondere proprio il denaro.
Secondo la ricostruzione del procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, e del sostituto Daniele Di Maggio, Francesca Maria Castronovo avrebbe commissionato il delitto ai due africani che avrebbe conosciuto al mercato di Ballarò.
Secondo il suo racconto la zia l’avrebbe sottoposta a continue vessazioni, fin da quando era bambina.
Secondo l’accusa, la vittima venne attirata in un tranello, e sarebbe stata strangolata dai due stranieri.
Il corpo sarebbe stato poi buttato sotto il ponte nelle campagne della stradina che collega Bagheria con Casteldaccia, il 14 aprile dello scorso anno.
I resti della donna vennero ritrovati dilaniati da animali selvatici. Alcune parti non sono state mai ritrovate.
Francesca Maria Castronovo è assistita dall’avvocato Francesca Maria D’Amico.
La donna dopo il delitto si sarebbe pentita di quanto accaduto e avrebbe cercato di suicidarsi dandosi fuoco.
I due presunti killer, difesi dagli avvocati Gabriele Lipani e Michelangelo Zito, si sono dichiarati innocenti e durante gli interrogatori di garanzia si erano invece avvalsi della facoltà di non rispondere.
I due avrebbero intascato la somma di 100 mila euro per commettere l’omicidio.