Bisognerà celebrare un nuovo processo per una storia di abusi sessuali su una giovane. I fatti si riferiscono al 2004. Coinvolto un uomo di 43 anni che avrebbe abusato della nipote disabile di 21 anni.
L’uomo era stato condannato a 6 anni con il rito abbreviato nel marzo del 2013, verdetto confermato anche in Corte d’Appello.
La Cassazione ha però annullato la sentenza per un vizio processuale e bisognerà celebrare un nuovo processo che ha preso il via ieri mattina al Tribunale di Palermo.
Il collegio è presieduto da Vincenzina Massa. Saranno i periti incaricati a valutare l’effettiva capacità di intendere e volere della vittima, dunque la sua credibilità. Ed è stata la mancanza perizia sulla donna ad avere portato alla nullità la sentenza.
La vicenda venne alla luce all’inizio del 2004, quando a Bagheria, la giovane, venne affidata alla nonna, per le difficoltà della madre.
La giovane, allora 21enne, sarebbe stata ripetutamente violentata dallo zio e minacciata affinchè non parlasse.
La ragazza ha riferito che poi sarebbe stata fuggita. La lo zio l’avrebbe cercata e poi trovata. La giovane era quindi tornata a casa della nonna.
Ma ad intervenire furono gli agenti del commissariato di polizia di Bagheria che hanno avviato le indagini.
Le accuse sarebbero state ritenute attendibili dalla Procura e dai consulenti.
In primo grado l’uomo è stato condannato a 6 anni, confermati in appello.
Ma adesso si deve celebrare un altro processo.