di Massimo Di Salvo
Anche padre Francesco Michele Stabile interviene sull’operazione “Reset 2” grazie alla collaborazione di 36 commerciali e imprenditori.
Il parroco ha rilasciato un’intervista al Giornale di Sicilia in cui sottolinea che “la gente ha finalmente capito da che parte stare e poi la mafia locale fa meno paura di prima”.
Padre Stabile aggiunge che “c’è una maggiore presa di coscienza, più fiducia nell’intervento dello Stato. E poi la consapevolezza che pagare il pizzo può significare chiudere. Questo vuole dire che il lavoro di sensibilizzazione, di lotta per l’affermazione della legalità fatto in tanti anni non è stato inutile. Non si tratta più di una o due denunce, la ribellione è corale. Anche perché ci si rende conto che la mafia locale non è più forte come prima, uccide solo per regolare conti interni”.
Sull’importanza di marce e manifestazioni contro la mafia il parroco sottolinea che “abbiamo riproposto la marcia Bagheria-Casteldaccia nei luoghi della morte, ma anche avviato alcune iniziative a sostegno ai commercianti, all’imprenditorie coraggio Gianluca Calì di Altavilla Milicia, perché non siamo soli in questo processo di cambiamento”.
Sulle strumentalizzazioni del fenomeno dice: “purtroppo c’è sempre chi strumentalizza anche i processi positivi, ma screditare tutta l’antimafia è sbagliato è un’ingiustizia. C’è gente che si impegna con grande serietà, anche mettendo a rischio la propria vita. Bisogna denunciare queste derive, chi approfitta di queste iniziative per sfruttare la patente antimafia. Ma questo lo dicevamo anche dopo il 1982.”
Pare Stabile conclude sottolinea che “il passaggio da fare adesso è fare la lotta alla mafia nelle istituzioni. Troppo spesso coloro che dovrebbero garantire la legalità e la trasparenza, invece non lo fanno”.