Un busto vilipeso, oltraggiato e fatto oggetto di sberleffi per ciò che raffigura, ovvero il cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Palermo per 26 anni. Per questo motivo il busto, che dal 12 marzo 2011 si trovava a piazza Santo Sepolcro da domani (domenica 17 febbraio) sarà ospitato nella più sicura collocazione del sagrato di piazza Madrice.
“Il busto fu realizzato per onorare la memoria del cardinale Pappalardo – spiega l’arciprete don Giovanni La Mendola – che è cittadino onorario di Bagheria per ringraziare un grande uomo e un vescovo che ha dato lustro alla Sicilia e alla Chiesa a futura memoria. Con amarezza debbo constatare che purtroppo questa memoria è stata infangata perché quasi ogni giorno il busto era coronato con parrucche, occhiali, baffi, sigarette in bocca. Ed allora insieme con i promotori dell’allora iniziativa abbiamo deciso di trasferirlo qui per essere onorato come merita”. Qualche tempo fa balordi hanno anche versato sopra il busto una sostanza rossastra, che soltanto grazie al tempestivo intervento di alcuni operai di una ditta privata cittadina che si trovavano sul posto hanno evitato il peggio. Il busto che è stato fatto oggetto di un intervento di restauro comprese anche le lettere della scritta che erano pure danneggiate è stato finanziato dal Rotary club Bagheria, diretto da Antonio Fricano ed è stato collocato all’interno del sagrato delimitato da una cancellata per scoraggiare eventuali male intenzionati. L’opera in bronzo, del peso 400 chilogrammi è stata realizzata dall’artista Nino Parlagreco, su iniziativa dell’associazione culturale per la difesa della storia e dei beni artistici e monumentali di Caccamo presieduta da Giorgio Castelli. “Dobbiamo essere orgogliosi di questo figlio della terra di Sicilia innamorato del Signore – afferma Castelli – che con dedizione ha guidato l’Arcidiocesi di Palermo per 26 anni in un momento travagliato per la nostra terra dalle trasformazioni profonde. Egli ci lascia l’insegnamento di unire la fede alla vita”. L’opera è cesellata in plastilina, quindi ricalcata in gesso e fusa in bronzo tramite il procedimento cosiddetto a cera persa, che meglio si presta a ripetere i minuziosi tratti somatici intagliati e modellati dall’artista. Ne risulta un prodotto imponente eppure snello nelle forme, caratterizzato dalla solennità della figura, senza rinunciare ad un atteggiamento pastorale che traspare dalle pieghe del volto e che ben si adatta al carattere del cardinale Pappalardo così come lo ricordano i fedeli e lo tramanda la storiografia più recente. Il sindaco del tempo Antonio Gargano, conferì al cardinale Pappalardo la cittadinanza onoraria 28 anni fa e ha ricordato come una volta sia venuto in città con un autobus dell’Ast.