Il Comune di Bagheria avvierà dei controlli capillari sui 12 cantieri in corso in città.
Saranno controllati anche gli operai affinchè si verifichi che nessuno è in nero.
E’ uno dei fatti concreti venuto furi dal convegno svoltosi oggi nella sala Martorana-Fimagalli di villa Butera, per ricordare le stragi di mafia del 1992 e gli 11 agenti della scorta che persero la vita.
Presenti numerosi esponenti delle forze dell’ordine e agenti di polizia, alcuni che fecero parte delle scorte. Presenti anche il sindaco Filippo Tripoli, assessori e consiglieri comunali.
Il consigliere comunale Domenico Barone con delega sicurezza partecipata ha introdotto l’evento parlando di lotta alla mafia nel nostro territorio: “la mafia è mascherata -ah detto- È cambiata. La città è stata danneggiata negli anni da questa forma di criminalità. Dobbiamo fare una scelta di vita. Dobbiamo farci portatori del messaggio di legalità. Dobbiamo essere dalla parte dello stato. Il nostro deve essere un messaggio forte. Inizieranno dei controlli sui cantieri. Occorre tagliare ponti con i mafiosi. Non bisogna minimizzare. Dobbiamo dire da che parte dobbiamo stare. La mafia ha pura della parole e della cultura.”
Il presidente del consiglio comunale Andrea Sciortino ha aggiunto che “dobbiamo inculcare ai giovani il cambiamento.”
Il sindaco Filippo Tripoli ha detto che “non dobbiamo fare solo memoria. La mafia a Bagheria esiste. Dobbiamo alzare l’asticella. Abbiamo avviato gli sgravi fiscali per chi denuncia. E saranno avviati dei controlli su tutti i cantieri pubblici. Inoltre non bisogna sottovalutare il fenomeno delle baby gang. Bisogna combattere la microcriminalità. La mafia è stata colpita, ma si adegua.”
Padre Massimiliano, cappellano della polizia ha sottolineato che “la memoria rende vivi i martiri della mafia. Le giornate di ricordo non devono essere fine a se stesse. Bisogna agire.”
L’assessore alla pubblica istruzione Antonella Insinga ha parlato del ruolo delle scuole. “Abbiamo avviato degli incontri in cui parliamo del rispetto delle regole.”
E’ stata poi la volta di Salvatore Lo Presti, agente delle scorte anche ai tempi delle stragi del 1992.
“L’ufficio delle scorte a Palermo, nel 92 contava 600 persone. Si parlava generalmente di agenti della scorta, morti, ma c’erano nomi e ognuno aveva una storia. Tutti noi nel 1992 abbiamo subito la morte degli 11 agenti. Siamo stati devastati nel corpo e nell’anima.”
E’ stato poi proiettato un docufilm sugli agenti di scorta con testimonianze di chi ha vissuto la stagione delle stragi del 1992.