Minacce più o meno velate e scritte offensive stanno scuotendo la parrocchia di Maria Santissima Immacolata, meglio conosciuta come Anime Sante, a Bagheria.Nei giorni scorsi su alcuni muri sono comparse 3 scritte ingiuriose, anonime, alcune con errori grammaticali, che sono state prontamente cancellate. Le scritte inveivano contro alcuni fedeli che venivano apostrofati in malo modo e venivano “invitati” a non frequentare più la chiesa.
Ma per capire cosa stia succedendo da quelle parti, bisogna fare un passo indietro di almeno 2 anni, quando il parroco dell’epoca, Massimiliano Purpura, decise di spostare la statua della Madonna dall’altare principale e sistemarla in una nicchia laterale. I fedeli si divisero in due schieramenti pro e contro lo spostamento. Nel frattempo il parroco venne trasferito. Venne costituito anche un comitato che voleva che la statua tornasse al suo posto. L’arcivescovo inviò un nuovo parroco, Giovanni Basile.
La statua però è rimasta al suo posto. E il nuovo parroco pare non abbia deciso se lasciare la statua o rimetterla nella posizione originaria.
Nei giorni scorsi sono comparse e subito cancellate le frasi ingiuriose, dalle quali prendono le distanze in maniera netta i fedeli che hanno costituito il comitato “Maria Santissima sull’altare maggiore”.
“Siamo indignati per tali azioni diffamanti e dissacratorie -si legge in un documento diffuso nei giorni scorsi- ci sottraiamo decisamente alla presa ferrea e dolce della fallacia delle tre scritte dei “murales” per le vie della città, che potrebbero ripresentarsi ora e in futuro, ed essere rivolte così non solo contro altre figure della parrocchia ma anche contro altre figure sia civili che religiose. Denunciamo con questa nota aspramente tali forme indecorose di protesta. Come asserito fortemente in altri contesti – ma è d’obbligo precisarlo anche qui – la causa generale di forte crisi, nata negli anni negli animi di molte persone, sarebbe attribuita – così si pensa – al venerato simulacro e alla sua attuale collocazione sull’altare laterale sinistro dell’omonima chiesa.”
Per il comitato lo spostamento della statua è un motivo riduttivo di quello che sta accadendo.
”La causa delle tante contestazioni, delle scritte sui muri ecc. non può derivare da un “banale” spostamento di posto del simulacro. Le ragioni sottese e che restano riposte ed impolverate nel cassetto della coscienza di molte persone che la pensano in tale maniera sono ben altre, e riferibili ora ad una distorta continua comunicazione tra i parrocchiani non frequentanti, i fedeli in generale e il parroco di allora pro-tempore, ora riferibili ad un cortocircuito causato da continue bugie, incomprensioni e prepotenze di fabbrica. Solo chi non vuol vederci chiaramente “alla luce del sole”, si compiace ancora di ridere delle cicatrici sia di questa parrocchia sia di molte persone che hanno vivamente vissuto la loro vita di continuo per la crescita e la gloria della “Casa della Madonna”, perchè mai ferito/a.”
I fedeli del comitato sottolineano che qualche tempo fa, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, non aveva sostenuto che la statua sarebbe rimasta dove era stata sistemata dal parroco precedente, senza i permessi relativi dell’ufficio tecnico della curia nel 2015.
Avrebbe invece fatto capire che si sarebbe riposizionato la sacra effige della Madonna sull’altare maggiore, perchè così voluto quasi settant’anni fa con fervore dallo stesso popolo.
Il comitato conclude con una speranza.
“Speriamo in una visione meno distorta, più veritiera sulle dinamiche reali infamanti questa realtà parrocchiale, sia di guadagnare una visione più gioiosa sul ruolo di Guida, Madre e Regina che ha assunto Maria, sia sull’importanza ancora che Ella ha sempre rivestito per Bagheria, la città non solo del film di Tornatore (Baaria), ma anche la città del film girato nella parrocchia stessa “Alla luce del sole”.
Con la speranza che la lettura chiarificatrice e veritiera, seppur esigua nell’esposizione dei fatti per la brevità delle righe dell’articolo, possa allontanare una volta e per tutte le nebbie dell’ignoranza, degli equivoci che offuscano malauguratamente le menti di quelle persone a cui è più conveniente affermare la classica scusa: “E’ tutta colpa di una statua!”.