Per tanti anni ha accolto nella sua trattoria centinaia di persone. Lo ha fatto con garbo e professionalità. Regalando a tutti un sorriso. Da alcuni anni vive a casa per una grave malattia: la sclerosi laterale amiotrofica, meglio conosciuta come Sla.
Parliamo di Giovanni Oliveri, 73 anni, meglio conosciuto come Giovanni il Conte.
La malattia gli è stata diagnostica circa 4 anni fa. Prima con l’intorpidimento della mano sinistra, poi con problemi al piede destro e infine con la sentenza definitiva avvenuta in un ospedale a Messina.
Giovanni Oliveri non ha perso il suo sorriso, anche se costretto su una sedia a rotelle e quasi immobilizzato.
Per la Sla non c’è cura, ma solo palliativi che ne rallentano il decorso.Giovanni ha deciso di uscire allo scoperto per fare sapere ai suoi concittadini che ai primi sintomi è meglio rivolgersi ai medici specializzati per potere convivere con questa malattia nel migliore dei modi possibili.Ogni giorno viene assistito da personale specializzato che lo aiuta nelle funzioni più elementari che per lui sono diventate impossibili. La sua mente è lucida. Ma resta ingabbiata dentro un corpo.
Per comunicare ha bisogno di qualcuno che lo aiuta a decifrare le sue parole.
“Questa malattia ti fa diventare nulla -dice- perché non è possibile fare più niente. Per l’assistenza devo ringraziare la mia famiglia. Sono anche fortunato di vivere in provincia di Palermo per l’assistenza medica che ricevo”.
Giovanni vive con la moglie Vittoria. Ha quattro figli: Roberta, Oliver, Viviana e Francesca che gli hanno dato anche 5 nipoti. Sono loro che gli danno la forza di andare avanti. Le pareti del soggiorno sono piene di fotografie dei suoi cari.
“Spero che i medici possano trovare le cure adatte per questa malattia –racconta con difficoltà-. Quando mi sono reso conto di quello che avevo sono entrato in depressione. Sono anche dimagrato molto. Un giorno sono rimasto solo e ho guardato il volto di Gesù che si trovava di fronte sulla parete. Ho chiesto aiuto per affrontare con coraggio questa malattia”.
Giovanni con la memoria poi va indietro negli anni. Quando iniziò la gestione di una delle prime trattoria a Bagheria negli anni 60, con i genitori e i fratelli.
Il locale risale al 1965, sorgeva in via Diego D’Amico, di fronte alla scuola Cirincione.
Era il padre che veniva chiamato “il conte” per il suo modo elegante di vestire e di comportarsi. Modi trasmessi anche ai figli.
Nel 1984 Giovanni Oliveri apre una trattoria tutta sua, in via Filippo Buttitta, chiamandola “Da Giovanni il Conte”.
Qui centinaia di persone hanno trovato ospitalità e buon cibo nel corso degli anni.
“Da me sono venuti di tutti i tipi di persone -dice-. Soprattutto carabinieri, poliziotti, finanzieri e magistrati. Anche qualche mafioso. Ho sempre accolto tutti. Sempre con i giusti modi.”
La trattoria adesso è gestita dal figlio Oliver.
La casa di Giovanni è sempre piena di familiari e amici, come Pino Do Salvo che quando può lo va a trovare pe fargli compagna. Insieme rievocano i tempi andati, come i pranzi al Lido Sporting organizzati da Giovanni che cucinava per gli amici o la passione per le automobili.
Giovanni da alcuni anni ha intrapreso un’altra fase della sua vita. Molto dura e difficile. Lo fa con dignità ed eleganza. Con l’eleganza di un Conte.
(Nella prima foto Giovanni Oliveri, Pino Di salvo, Alessandro Pinto e la moglie Vittoria
Nella seconda foto Giovanni Oliveri qualche anno fa)