Don Cosimo Scordato, da oggi è un cittadino casteldaccese. L’amministrazione comunale, in una manifestazione pubblica, gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
Il prete dalla barba imbiancata e dal cuore da fanciullo, come lo hanno definito in molti, è stato viceparroco della cittadina per vent’anni, dal 1973 al 1993. Ma è stato, soprattutto, uno dei promotori della marcia antimafia del 1983, quando i morti per mano mafiosa, sulle strade casteldaccesi, erano all’ordine del giorno.
Ha anche promosso la nascita di una biblioteca, attività di cineforum e la stampa di un giornalino parrocchiale.
“Mi sono sempre considerato un casteldaccese -ha detto padre Cosimo Scordato- sono stato qui dal 73 al 93 ed è stata un’esperienza bellissima. Ricordo quegli anni molto vivi. C’era una partecipazione notevole, dal punto di vista culturale e sociale e anche sul fronte dell’antimafia.”
All’iniziativa, svoltasi nella Torre Duca di Salaparuta, hanno preso parte anche Vito lo Monaco, padre Salvatore Pagano, don Mariano Lo Coco e l’assessore Marzia Santoro, assessore comunale alla cultura che ha coordinato la manifestazione e che ha ricordato che la proposto è stata avanzata dalla consulta comunale alla cultura.
“Questo è un giorno importante per Casteldaccia -ha sottolineato il sindaco Fabio Spatafora– don Cosimo Scordato è stato un riferimento importante per molti giovani. Ha operato in periodi bui. Nel 1983 è andato casa per casa a chiamare i cittadini a partecipare alla marcia contro la mafia. Ha segnato la rinascita del nostro paese e per questo gli siamo grati”.
Padre Cosimo Scordato negli ultimi anni ha svolta attività all’Albergheria a Palermo, aiutando soprattutto giovani e bambini in un quartiere difficile.