“La mafia non è solo un fenomeno criminale, se fosse così, si sarebbe da tempo sconfitta”. A sostenerlo è stato il magistrato e leader di “Azione civile” Antonio Ingroia, intervenuto all’ultimo seminario di formazione politica, organizzato dal comitato “Vivere Casteldaccia” sui temi di legalità e sul rapporto mafia-politica.
L’incontro, per motivi di spazio, si è svolto presso “l’arsenale delle apparizioni”. Molte le persone che sono intervenute.
Gli onori di casa sono stati fatti da Maria Luisa Florio e da Lorenzo Canale.
Molto interessante l’intervento di Ingroia, che non ha lesinato critiche all’attuale governo di Enrica Letta “non sono stati inseriti nelle linee programmatiche -ha detto- interventi contro la mafia-economica”.
Ingroia ha ricordato anche Pio La Torre, di cui proprio oggi ricorre l’anniversario della morte.
Il magistrato ha sottolineato che “la mafia è un fenomeno internazionale. Il suo ruolo è quello di condizionare l’economia nazionale e internazionale.”
E la politica e i politici sono stati i principali bersagli di Ingroia: “la mafia non è solo un affare criminale. E’ un fenomeno di potere di sistema che la politica non hai contrastato efficacemente. L’ex ministro Lunardi una volta disse che dobbiamo convivere con la mafia. Questo è quello che pensano molti imprenditori e politici”.
Ingroia ha anche sottolineato che “agire nella legalità, nel termine più alto e nobile del termine, conviene. La mafia condiziona la nostra vita quotidiana anche dal punto di vista economico e finanziario. E attinge in tutti gli apparati sociali. La mafia non è classista”.
Il magistrato ha poi sottolineato che la mafia sopprime i suoi nemici: magistrati, giornalisti, politici, poliziotti, che nel corso degli anni si sono opposti al sistema. Boris Giuliano si è opposto al sistema, mentre Bruno Contrada non lo ha fatto e ha avuto una brillante carriera. Quello che dico è agli atti processuali.”
Per Ingroia, c’è però una speranza: “la mafia non può essere combattuta soltanto giuridicamente. Bisogna attaccare il sistema. ecco perchè avevo lasciato la Procura. La mafia si può sconfiggere con processi economici e sociali”.