Che cosa è un congresso di partito?
È uno tra i momenti più importanti di una organizzazione politica, il momento in cui si fa il bilancio dell’attività politica portata avanti fino a quel momento, si analizzano successi e fallimenti e si capisce quale strada il partito vuole intraprendere nel futuro.
A che serve?
Serve, in primo luogo, come momento di confronto tra cittadini, forze politiche e tesserati, sul ruolo che un partito decide di avere in un territorio, sia esso locale, provinciale, regionale o nazionale.
In secondo luogo serve a stabilire quale persona o squadra di persone dovrà assumersi la responsabilità di guidare il partito nella direzione del raggiungimento dei risultati che il partito si pone come obiettivi.
Chi partecipa?
Qui arriviamo al punto per cui sto dedicando il mio tempo a scrivere queste righe.
Normalmente i congressi si possono svolgere in due modalità:
1) La prima la definirò “aperta” o “classica”: essa prevede che il congresso sia diviso in due parti, una aperta al confronto con i cittadini e le forze politiche alleate ed una seconda parte riservata ai tesserati, i quali avranno il diritto di votare per la nuova segreteria.
Di solito quando si annuncia pubblicamente a mezzo stampa (e ai nostri tempi social) un congresso si utilizza questa modalità.
2) La seconda la definirò “chiusa”: in questo caso il partito, legittimamente, sceglie di non pubblicizzare il proprio congresso, svolge la propria discussione interna ed elegge la nuova segreteria, limitandosi poi a condividere con il territorio la notizia della nuova composizione di segreteria.
Oggi a Bagheria si svolgerà il congresso del Partito Democratico, il quale esprime due assessori (uno di questi vice sindaco) e due consiglieri comunali in città.
Anche questa volta gli amici del Pd locale non mancano di mostrare la propria stranezza, proponendoci un ibrido delle due modalità che descrivevo sopra: annunciano il congresso sui social e tramite la stampa locale, ma non si aprono al confronto con la città e con le altre forze politiche.
Sarà forse perché hanno poco o nulla da raccontare sulla propria attività politica sul territorio?
E intanto amministrano!
Sarà forse che governano con la destra, in barba alla narrazione pubblica che in qualsiasi altro luogo, che non sia la Sicilia, li racconta come un partito di centro-sinistra?
Sarà forse che dovrebbero spiegare perché, con una piroetta degna di una ballerina della scala di Milano, sono passati da sostenitori di Bonaccini a sostenitori della Schlein senza far capire a nessuno come e perché ciò sia avvenuto?
A tutte queste domande purtroppo non potremo dare risposte, perché per l’ennesima volta si sono chiusi nelle loro stanzette e hanno già stabilito tutto, persino il nome del segretario che oggi verrà eletto, prima ancora del voto dei propri tesserati.
Purtroppo si sono giocati un’altra occasione, che poteva essere utile ad ascoltare i cittadini ed a rilanciare la costruzione di un fronte di sinistra per Bagheria, oggi più necessario che mai.
Ma in fondo la verità è che a Bagheria il Pd evidentemente di sinistra non ha proprio nulla, quando vi dicono il contrario non credetegli e non regalategli i vostri voti.
Per fortuna non è così grave, la sinistra bagherese esiste a prescindere da loro.