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giovedì 25 Aprile 2024

giovedì 25 Aprile 2024

Bagheria. Arriva la psicosi del Coronavirus. Crollate le vendite nei negozi cinesi   

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5 minuti

di Stefania Morreale

La psicosi del “coronavirus” arriva anche a Bagheria.
La ventina dei negozi cinesi che si trovano a Bagheria hanno registrato dei crolli nelle vendite e anche il ristorante giapponese Yezi di via Mattarella non viene più frequentato come prima.Anche alcune farmacie bagheresi hanno aumentato le vendite delle mascherine.
I titolari del ristorante Yezi, sono stati costretti a pubblicare sulla propria pagina Facebook una comunicazione rivolta ai clienti per tranquillizzarli sull’eventuale rischio di contagio: “Non rinunciate al sushi…. Con il ristorante Yezi puoi mangiare senza preoccupazioni. I prodotti selezionati dal nostro locale sono di provenienza esclusivamente italiana e vengono trattati secondo i termini di legge. In più, ognuno dei nostri dipendenti non ha contatti con la Cina da almeno 3 anni!”.
La psicosi da coronavirus a Bagheria sta provocando un imponente calo di vendite anche ai tanti negozi gestiti dalla comunità cinese.
Siamo andati in giro cercando di capire cosa sta succedendo in questi giorni.
Molti bagheresi stanno alla larga dai negozi del centro come e quelli di corso Umberto e Butera.
“Le vendite sono molto diminuite -spiega la proprietaria di uno dei negozi della città-Forse la gente ha paura. Ma paura di cosa? Noi viviamo qui, mangiamo le stesse cose che mangiate voi, respiriamo la stessa aria. Allora come possiamo contagiarvi?”
Molti cinesi che lavorano e vivono a Bagheria, non tornano in Cina da anni “Sono stato in Cina l’ultima volta nel 2017 -dice un altro commerciante- Per me è molto triste vedere il negozio vuoto da giorni, soprattutto perché non capisco il motivo”.
Nonostante la comunità cinese sia, di norma, una comunità molto riservata che tende a non aprirsi eccessivamente con chi appartiene ad un’altra etnia, diversi commercianti si sono aperti, raccontando del brusco calo di vendite registrato nelle ultime settimane e domandandosi il perché di tanta paura.
Addirittura una negoziante ha confessato di non aver portato il proprio figlio a scuola in questi giorni per evitare di mettere in ansia le mamme degli altri bambini.
Le notizie relative alla diffusione del coronavirus, virus riscontrato per la prima volta in Cina e diffusosi ben presto in diversi paesi del mondo, tra cui anche l’Italia stanno provocando tanta paura.
I sintomi sono simili a quelli di una influenza: in particolar modo si manifestano disturbi alle vie aeree superiori accompagnati spesso da un rialzo di temperatura.
Nonostante le imponenti misure di contenimento adottate dal governo cinese, il virus continua a diffondersi; il coronavirus 2019-nCoV si trasmette da uomo a uomo ed è molto contagioso (basti pensare che una persona malata in media può contagiare 2,2 persone). Fortunatamente la sua mortalità non è elevata; la SARS e la MERS, tristemente note qualche anno fa, raggiungevano un tasso di mortalità di molto superiore.
Questa buona notizia, però, non sembra placare quella che pare essere a tutti gli effetti una vera e propria isteria di massa. Infatti giungono in continuazione notizie di farmacie che si sono ritrovate in pochi giorni con le scorte di mascherine antivirus esaurite, di guardie mediche e ospedali presi d’assalto da frotte di persone convinte di aver contratto il temuto virus, di un aumento esponenziale delle chiamate ai numeri di emergenza e di negozi e ristoranti cinesi spopolati da giorni.
I commercianti e i ristoratori cinesi stanno registrando un netto calo delle vendite in tutta Italia, tant’è che in diverse città italiane sono partite alcune iniziative volte a supportare la comunità cinese che, in questo momento, è fortemente in crisi.
All’interno di questo contesto nazionale, non fa eccezione Bagheria.
La paura di contagiare il virus è purtroppo incontrollabile.

 

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