Dall’indagine che ha portato all’arresto di 183 presunti mafiosi, a Palermo e provincia, compresa Bagheria, viene fuori che la mafia avrebbe cercato di sfruttare un concerto che era in programma a Bagheria, quello di Piero Pelù.
Era agosto del 2023 quando il Parco Urbano di Bagheria si preparava ad accogliere il concerto di Piero Pelù. Ma dietro la festa e la musica c’era l’ombra del mandamento di Porta Nuova che voleva mettere le sue mani pure in questo evento. A dimostrarlo, un’intercettazione ambientale registrata all’interno dell’hotel Villa Archirafi di via Lincoln dove Francolino Spadaro, il figlio di Masino storico boss della Kalsa, e il cugino Filippo Marino discutevano dell’affare.
L’opportunità era stata presentata da Tommaso Spadaro, figlio di Nino e nipote di Francesco, che aveva prospettato l’idea di gestire uno stand di panini durante il concerto. A concedere l’autorizzazione, però, doveva essere il boss di Bagheria, Pino Scaduto, una figura che, secondo Marino, non era affidabile.
Spadaro, veterano delle dinamiche mafiose, aveva capito che l’affare avrebbe potuto portare guai. E metteva in guardia il cugino: «Non venire con problemi perché dobbiamo stare tranquilli!». Il timore era chiaro: accettare la proposta avrebbe potuto essere un boomerang per la prospettiva di restare incastrati in qualche indagine per i troppi occhi indiscreti puntati sullo spettacolo. «Non sono questi gli investimenti per me…», aveva tagliato corto Francolino mettendo fine alla discussione.
Il concerto alla fine saltò per un’indisposizione di Pelù e venne riproposto solo l’anno dopo nella stessa location.