Sarebbe stata picchiata e stuprata dal padre a 15 anni perché lesbica.
Protagonista di questa triste storia una giovane donna di Bagheria, che adesso ha 26 anni.
E’ in corso il processo al tribunale di Termini Imerese.
I nomi dei protagonisti non sono stati resi noti per tutelare la giovane vittima. E la Procura ha chiesto la condanna a 8 anni per il padre e 2 anni per la madre.
La giovane, nel 2016, diventata maggiorenne, ha denunciato tutto agli agenti del commissariato di Polizia di Bagheria.
La vicenda risale al 2011 quando la vittima aveva appena 15 anni.
Avrebbe raccontato che andarono a prenderla a scuola e mentre era in macchina l’avrebbero picchiata.
Secondo l’accusa sarebbe stata una punizione esemplare contro la figlia omosessuale. La giovane sarebbe stata prima picchiata, poi chiusa in una stanza e infine stuprata da suo padre.
Il pubblico ministero ha chiesto la condanna per i due genitori.
L’accusa è di maltrattamenti e stalking e l’uomo anche di violenza sessuale su minore. Il processo si sta svolgendo con il rito abbreviato e la prossima udienza si terrà a giugno.
Secondo l’accusa la madre avrebbe detto alla giovane figlia quando aveva dichiarato la sua omosessualità “meglio morta che lesbica” e poi l’avrebbe chiusa in camera, dove sarebbe stata abusata dal padre.
La violenza contro la giovane sarebbe scattata nel momento in cui era stato scoperto il suo orientamento sessuale, attraverso alcuni messaggi trovati sul suo cellulare scoperti dalla sorella che poi avrebbe raccontato tutto ai genitori.
La vittima è parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Giuseppe Bruno.
Il difensore degli imputati è l’avvocato Giuseppe Mancuso Marcello, secondo cui la giovane sarebbe inattendibile.