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lunedì 14 Luglio 2025

lunedì 14 Luglio 2025

La tristezza fa parte della vita: riconoscerla, accoglierla, superarla

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tristezza
francesco greco
francesco greco
8 minuti

Viviamo in una società che ci spinge a essere sempre felici, positivi e performanti. Eppure, tra tutte le
emozioni umane, ce n’è una che ci accomuna profondamente e che, a volte, tendiamo a temere o
reprimere: la tristezza. Sentirsi tristi è spesso vissuto come un segnale di debolezza o di fallimento. Ma
è davvero così?

In questo articolo esploreremo cosa significa essere tristi, quando la tristezza è fisiologica e quando
invece può indicare qualcosa di più profondo, come la depressione. E soprattutto: come possiamo
prenderci cura di noi quando attraversiamo un momento buio?
Tristezza: un’emozione fondamentale
La tristezza è un’emozione primaria, universale, presente fin dalla primissima infanzia. Non è un errore
del sistema, ma una funzione fondamentale della nostra mente. Ha il compito di segnalare una perdita,
un cambiamento, una ferita, o una mancanza.
Quando siamo tristi:
 rallentiamo,
 riflettiamo su ciò che conta per noi,
 cerchiamo conforto,
 rielaboriamo esperienze dolorose.
È una risposta naturale, e spesso necessaria, a eventi come una delusione, una separazione, una
malattia o un lutto. Non dobbiamo avere fretta di farla sparire. La tristezza ha bisogno di tempo e
ascolto.
Differenza tra tristezza e depressione
Spesso i due termini vengono confusi, ma non sono la stessa cosa. La tristezza è transitoria, ha una
causa riconoscibile, ci permette comunque di provare piacere in altri aspetti della vita. La depressione,
invece, è una condizione clinica che va oltre l’umore basso.
Ecco alcune differenze fondamentali: Anche se a volte vengono confuse, la tristezza e la depressione
non sono la stessa cosa. La tristezza è un’emozione naturale, legata a eventi specifici della nostra vita,
come una delusione, una perdita o un cambiamento importante. È una risposta temporanea che, pur
essendo dolorosa, ci permette comunque di provare piacere per altre cose: possiamo sentirci tristi per
una relazione finita, ma continuare a goderci una passeggiata o una chiacchierata con un amico.
La depressione, invece, è qualcosa di più profondo e pervasivo. Non sempre ha una causa
riconoscibile, può comparire anche in assenza di eventi esterni, e tende a durare nel tempo — almeno
due settimane consecutive, spesso molto di più. A differenza della tristezza, la depressione tende ad
annullare la capacità di provare piacere: nulla sembra più avere senso, si perde interesse per le attività
che prima ci coinvolgevano, anche quelle più semplici come mangiare, uscire o parlare con qualcuno.
Un altro elemento distintivo è il livello di funzionamento quotidiano. Mentre nella tristezza riusciamo
comunque ad andare avanti, anche se con fatica, nella depressione tutto diventa difficile: il lavoro, le
relazioni, la cura di sé. La persona può sentirsi bloccata, senza forze, senza speranza. E, soprattutto, la
depressione porta spesso con sé pensieri molto critici su di sé, sentimenti di inutilità, senso di colpa e
vuoto profondo.
In sintesi, potremmo dire che la tristezza rallenta, mentre la depressione immobilizza. La prima è un
passaggio, la seconda può diventare una condizione clinica da affrontare con il giusto supporto.
Se ti ritrovi in più di uno di questi segnali, è importante non minimizzare: parlare con un professionista
può fare una grande differenza.
Cosa succede dentro di noi quando siamo tristi?
La tristezza attiva un’area del cervello legata alla riflessione e all’elaborazione delle perdite. È come se
il corpo e la mente dicessero: “Fermati. Guarda dentro. Ascolta cosa sta succedendo.”Tuttavia, nella vita frenetica di oggi, siamo spesso portati a distrarci, riempirci di impegni, o scrollare
compulsivamente i social pur di non entrare in contatto con questa emozione. Ma così facendo, la
tristezza non scompare: si accumula, si blocca, e può trasformarsi in sofferenza cronica.
Come accogliere la tristezza senza esserne travolti
Accogliere la tristezza non significa rassegnarsi o crogiolarsi nel dolore. Significa riconoscerla come
parte dell’esperienza umana, darle uno spazio sano e ascoltarla con gentilezza. Ecco alcune strategie
utili:
1. Dai un nome a quello che provi
Semplicemente dirsi: “Mi sento triste, e va bene così” è un primo passo verso la consapevolezza
emotiva. Nominare l’emozione la rende meno minacciosa.
2. Non avere fretta di “sistemare tutto”
La tristezza ha un ritmo lento. Concediti il diritto di non essere al massimo, di non avere risposte
immediate. La guarigione emotiva ha bisogno di tempo.
3. Scrivi o disegna quello che senti
La scrittura espressiva o l’arte possono diventare un contenitore per l’emozione. A volte, mettere nero
su bianco ciò che proviamo è più liberatorio che parlarne.
4. Non isolarti completamente
Anche se hai bisogno di silenzio, prova a rimanere in contatto con almeno una persona di fiducia. Il
dolore, condiviso, pesa meno.
5. Nutri il corpo, anche se la mente è pesante
Nei momenti di tristezza, può essere difficile anche solo alzarsi dal letto. Piccoli gesti come farsi una
doccia calda, bere una tisana o fare una passeggiata possono riattivare il corpo e influenzare
positivamente anche l’umore.
6. Dai significato all’esperienza
La tristezza spesso ci parla di ciò che conta per noi. Fermati a riflettere: “Cosa mi sta insegnando
questo momento? Di cosa ho bisogno?”
Quando serve un supporto psicologico
Se la tristezza diventa pervasiva, se senti che non riesci più a provare piacere, se dormi male, ti isoli,
perdi interesse per tutto, potresti stare attraversando un episodio depressivo. In questi casi, chiedere
aiuto non è solo utile, ma fondamentale.
Un percorso psicologico può aiutarti a:
 fare chiarezza sulle cause della tua sofferenza,
 sviluppare strategie di autocompassione e cura,
 ricostruire un senso di direzione anche dopo esperienze difficili.
In alcuni casi, potrebbe essere indicata anche una valutazione psichiatrica, per un eventuale supporto
farmacologico da integrare al percorso terapeutico.
In sintesi
La tristezza non è un errore, ma un messaggio. Ci dice che qualcosa dentro o fuori di noi ha bisogno di
attenzione. Non dobbiamo avere paura di sentirci giù: la tristezza non ci definisce, è un passaggio, non
una condanna.
Accoglierla, darle voce e attraversarla con consapevolezza può trasformare un momento difficile in una
tappa di crescita personale. Perché spesso, è proprio nel buio che si riscopre la luce.
Nel prossimo articolo ci sposteremo sul terreno delle relazioni: parleremo di come la coppia può
attraversare crisi e cambiamenti, e di quando può essere utile un percorso di terapia.

www.francescogrecopsicologo.it
info@francescogrecopsicologo.it
Dott. Francesco Greco
Tel. 3922965686


Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo
Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d’ansia, depressione, crisi, stress, insicurezza,
disturbi emotivi e dello spettro ossessivo. Utilizza la Terapia Cognitiva, la Acceptance and Commitment
Therapy (ACT), Mindfulness e la SCHEMA THERAPY. Specializzato nel trattamento dei disturbi
dell’alimentazione attraverso la tecnica della CBT-E, disturbi sessuali e consulenza di coppia. Riceve a
Bagheria e raggiungibile da tutto il mondo online in videochiamata.

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