Saranno presto tutti o quasi fuori gli imputati nel processo Reset in cui erano stati coinvolti esponenti vicini alle cosche di Bagheria, Ficarazzi, Altavilla Milicia e Casteldaccia.
Il depositivo della sentenza è arrivato troppo tardi e il Tribunale di Palermo ha deciso che entro pochi giorni saranno scarcerati 14 dei 25 imputati.
Alla base della decisione c’è la non prorogabilità dei termini.
L’unica soluzione potrebbe essere il congelamento nel processo di appello che non è stato ancora fissato.
La motivazione doveva essere depositata entro il 19 febbraio ma il Gup Sergio Ziino non aveva chiesto la proroga. Quando ci si è resi conto del ritardo era stato accordato il prolungamento che però è arrivato troppo tardi. E così i giudici Gabriella Di Marco e Antonella Consiglio hanno accolto il ricorso degli avvocati Miria Rizzo, Giovanni Rizzuti, Calogero Vella e Raffaele Bonsignore.
A lasciare il carcere saranno Francesco Terranova (6 anni e 8 mesi), Giovan battista Rizzo (8 anni), Giovanni Di Salvo (7 anni e 2 mesi), Francesco Pretesti, Giovanni La Rosa e Andrea Lombardo (6 anni e 10 mesi a testa), Giovanni Salvatore Romano (6 anni e 4 mesi), Francesco Raspanti (6 anni), Carlo Guttadauro (5 anni e 4 mesi), Vincenzo Maccarrone (4 anni e 8 mesi), Fabio Messicati Vitale, Salvatore Buglisi e Bartolomeo Militello (3 anni e 6 mesi), Carmelo Nasta (3 anni).
Il termine è sarà prolungato invece per Michele Modica e Emanuele Cecala (condannati all’ergastolo e a 30 anni), Giuseppe Di Fiore, (10 anni e 8 mesi), Atanasio Ugo Leonforte, Giovanni Pietro Flamia, Nicolò Lipari, Giorgio Provenzano e Pietro Lo Coco (10 anni e 6 mesi a testa) e Paolo Salvatore Ribaudo (10 anni).
Con l’operazione “Reset” i carabinieri avevano ricostruito le dinamiche in provincia, individuando presunti capimafia e picciotti di Bagheria.
Per ventiquattro imputati la sentenza di primo grado era stata emessa a un’ora dalla scadenza dei termini di custodia cautelare.