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venerdì 13 Settembre 2024

venerdì 13 Settembre 2024

Palermo. Padre Pino Puglisi beatificato alla presenza di 80 mila

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Beatificazione-Don-Pino-Puglisi-620x350Don Giuseppe Puglisi è il primo  martire della Chiesa ucciso dalla mafia che rifiuta Dio, e per  questo è beato. In ottantamila da tutta Italia esultano, al  Foro Italico di Palermo, all’annuncio solenne dell’elevazione  all’onore degli altari del parroco di Brancaccio assassinato dai  killer di cosa nostra il 15 settembre 1993. E anche le  Istituzioni rendono onore a quel prete semplice che, puntualizza  il cardinale Paolo Romeo, è stato ucciso ‘in odium fideì: in  odio a quella fede in Cristo che è amore e che promuove l’uomo,  all’opposto di quello che invece cosa nostra vuole.      La Chiesa rende il massimo onore a questo testimone della  fede in Cristo dei giorni d’oggi.
È impressionante il colpo  d’occhio offerto, davanti all’altare con le spalle al golfo di  Palermo illuminato da un sole caldo affiancato da una  gigantografia di un don Puglisi con il suo sorriso di sempre,  dai 45 vescovi e dagli 800 sacerdoti che concelebrano il rito,  cui fanno corona migliaia di fedeli. Molti di loro, ‘3P’, Padre  Pino Puglisi, lo hanno conosciuto di persona: a scuola, in  parrocchia, per le strade di Palermo dove lo si incontrava  sovente. Una folla composta e in preghiera, che applaude solo  quando il cardinale Salvatore De Giorgi, delegato di Papa  Francesco, legge la bolla di beatificazione, e quando l’  arcivescovo Romeo puntualizza che i mafiosi «rifiutano Dio».  Ma la folla batte le mani anche quando il presule cita altre tre  vittime di cosa nostra: il giudice Rosario Livatino di cui è in  corso una causa di beatificazione, Giovanni Falcone e Paolo  Borsellino.

«I mafiosi, che spesso pure si dicono e si mostrano  credenti, muovono meccanismi di sopraffazione ed ingiustizia, di  rancore, di odio, di violenza, di morte», tuona Romeo, che va  giù duro; «L’azione assassina dei mafiosi ne rivela la vera  essenza. Essi rifiutano il Dio della vita e dell’amore». A  Brancaccio, ricorda il cardinale Romeo, Puglisi «trovò bambini  e giovani quotidianamente esposti ad una ‘paternita» falsa e  meschina: quella della mafia del quartiere, che rubava dignità  ed dava morte in cambio di protezione e sostegno. La sua azione  mirò a rendere presente un altro padre, il ‘Padre Nostrò.  Secondo lui di ‘nostrò non può esserci ‘cosà che si impone a  tutti attraverso un ‘padrinò onnipresente. Di ‘nostrò c’è solo  Dio che ama tutti dentro e fuori la Chiesa«. Parole dure,  quelle dell’arcivescovo, che all’offertorio abbraccia Gaetano,  il fratello del beato che pure si lascia sfuggire “Pino lo  avrei preferito vivo piuttosto che santo”….  (gds.it)

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