di Martino Grasso
Era tornato a Porticello, il 12 novembre, dopo essere stato in America, dove andava spesso a trovare amici e parenti.
Dopo qualche giorno, con il figlio Antonio, si era imbarcato nell’”Elisabetta Genovese”, peschereccio della marineria di Mazara del Vallo, rimesso a posto dopo qualche mese per dei lavori e che cercava manodopera. Si trattava di un lavoro come un altro. Un lavoro che garantiva a padre e figlio di andare avanti.
Dalle prime ricostruzioni ad uccidere il pescatore sarebbe stato un tubo dell’olio ad alta pressione che lo ha colpito al volto e la tragedia si sarebbe verificata all’interno della sala macchine.
A soccorrerlo i membri dell’equipaggio, fra i quali si trovava anche il figlio della vittima e l’uomo è stato trasportato d’urgenza al porto di Pantelleria, quindi trasferito in ospedale.
Ma per lui non c’è stato niente da fare, infatti l’equipe medica ha potuto solo constatarne il decesso.
La notizia della morte di Nino Sanfilippo, è giunta nella borgata marinara di Porticello nel primo pomeriggio di ieri.
E come purtroppo accade in questi casi, ha gettato nello sconforto l’intera comunità, fatta per la maggior parte da pescatori. Tutti amano il mare, ma tutti lo temono.
La salma di Nino Sanfilippo, fino a ieri pomeriggio non era ancora arrivata dall’Ospedale di Pantelleria.
Le condoglianze alla famiglia corrono anche su Internet.
Molti si sono dichiarati dispiaciuti, sottolineando il carattere da grande lavoratore del pescatore morto a bordo del peschereccio intento a pescare nel mare di Pantelleria.
Il gruppo dei giovani della parrocchia Maria Santissima Immacolata, di Porticello, insieme al parroco della chiesa, a causa della tragica scomparsa di Nino Sanfilippo, hanno deciso di interrompere i festeggiamenti in onore della Madonna.