Va in gita a Piazza Armerina ma è costretta a tornare indietro.
Protagonista di questa storia è Anita, una bambina di 10 anni, che frequenta la 5° elementare di Porticello.
Anita è una bambina normale, con un viso bellissimo. Capelli castani e occhi attenti. Ha i sogni e le speranze dei suoi coetanei.
Fatta eccezione per un piccolo particolare: la sua vita si svolge in una carrozzina.
Per ieri mattina la sua classe aveva programmato una gita a Piazza Armerina, per vedere di mattina un parco culturale e di pomeriggio la villa del Casale.
I suoi genitori, Rosalia e Giuseppe, l’hanno accompagnata con la loro macchina perché l’autobus non era attrezzato. Ma appena arrivati hanno trovato una salita impervia e Anita non poteva accedere a causa della carrozzina elettrica.
I genitori hanno chiesto spiegazioni. Qualcuno ha farfugliato qualche scusa, altri hanno allargato le braccia. E così mentre gli altri compagni hanno seguito il percorso Anita e i genitori sono rimasti fermi, sotto un albero.
Hanno deciso di fare ritorno verso casa. E nello stesso tempo di raccontare questa ennesima umiliazione.
“La direttrice scolastica ci ha chiesto scusa -racconta la mamma- non sapevano della presenza di queste barriere. Qualche anno fa abbiamo lamentato l’inadeguatezza del bagno e solo dopo tanto tempo è stato adeguato. Non vogliamo accusare nessuno ma questa situazione è inaccettabile.”
Dal parco culturale di piazza Armerina fanno sapere che l’inconveniente è sorto per la pesantezza della carrozzina elettrica: “quel giorno abbiamo avuto 10 disabili e non ci sono stati problemi. La carrozzina della bambina in questione era troppo pesante. Il parco è vicino ad una zona archeologica e non si possono creare scivoli. Ci dispiace per quello che è accaduto. Noi lavoriamo con i bambini e fra loro ci sono spesso disabili e non sono mai nati problemi”.
Sull’argomento interviene la direttrice della scuola di Porticello frequentata dalla bambina, Francesca Puleo: “siamo vicini alla famiglia. Ci era stato detto che al parco non ci sarebbero state difficoltà. Nella nostra scuola sono state abbattute le barriere architettoniche. E per settembre anche il montacarichi della scuola media sarà a posto”.
La piccola Anita conduce una vita normale. Esce da sola di casa e spesso viene accompagnata dagli compagni con cui ha un rapporto bellissimo.
Anche a scuola il profitto è ottimo. E culla il sogno di diventa avvocato da grande, magari per tutela i diritti dei disabili.
Anche Porticello non è un paese a misura di disabile. Troppi gradini e troppe barriere architettoniche.
“Spesso gli scivoli sono occupati dalle macchine e ci sono tantissime scale -dice la mamma- impossibili da superare con la carrozzina. Vivere in queste condizioni è impossibile. E non è giusto”.
Anita dal canto suo cerca di vivere una vita sociale normale. Si rende conto delle difficoltà di vivere in queste condizioni. “Non è giusto -dice- abbiamo gli stessi diritti di tutti.” Il volto di Anita viene rigato da una lacrima. Poi rispunta un sorriso e la consapevolezza che la battaglia sarà lunga ma che va portata avanti. Per il suo bene e quello di tutti.