di Nicolò Benfante
Dopo circa un mese e mezzo dalla tornata elettorale del 04 Marzo scorso ed il continuo stallo a livello nazionale di partiti e/o movimenti che si contendono il primato della leadership per la formazione di un fantomatico governo, il risultato elettorale del Molise, appena trascorso, ha decretato la vittoria di un candidato (Donato Toma) della coalizione di centro destra quale rappresentante della Regione.
Questo risultato, al di là della coalizione di liste civiche e centro destra, ma dallo spirito puramente “liberale”, mi porta a fare delle considerazioni personali di natura tecnico-politiche.
Penso che non sia stato un caso che i 300.000 molisani circa abbiano fatto, dentro la cabina elettorale, una scelta di cuore e non di pancia; in primis in quanto il candidato eletto è un Dottore Commercialista, esperto di bilanci con un trascorso di Assessore e Revisore dei Conti con esperienza della macchina amministrativa; mentre il candidato del movimento (pur avendo una laurea in legge non professata) di professione è attore e non ha mai avuto esperienze di enti locali/amministrazioni ma la sua campagna elettorale è stata incentrata sul reddito di cittadinanza, tagliare i costi della politica e gli sprechi; come se fosse così semplice trovare l’eldorado della rinascita con tre semplici mosse che tanto vantano come movimento.
Eppure il 04 Marzo è appena trascorso e la marea gialla comincia a regredire?
Inoltre l’analisi di questo risultato mi ha dato modo di leggere ed ascoltare da diverse interviste che forse prima degli altri i molisani, a distanza di appena 50 giorni, hanno capito che il loro cambiamento, la loro svolta, era segnata da un processo di serietà del/nel fare, nell’interpretare le reali esigenze del proprio paese, spendersi per la “vera” trasparenza ed essere rappresentati da chi conosce i problemi del proprio paese e cerca di risolverli e non inventarli.
Rivolgendo lo sguardo sull’apparato amministrativo del nostro ente, con tutta onestà, posso rilevare solo un degrado costante e perenne di questi quattro anni di gestio del movimento.
La mia non vuole essere una lettura di un pensiero speculativo o apparire quantunque di parte, anche se non posso, quasi sempre, celare l’evidenza; ma in questi quattro anni trascorsi, ho potuto constatare delle vere e serie difficoltà per la mia città, che non hanno dato o mostrato alcun segnale di cambiamento a quella svolta tanto proclamata nel programma elettorale. Constato e ritengo che questa amministrazione più che compiere l’agognata rivoluzione del cambiamento abbia sortito una involuzione politica manichea.
D’altro canto non potevamo aspettarci nulla di più invero e dissimile da un movimento sorto dagli auspici di una assenza di valori ed ideologie, rappresentativi di dotta ignoranza e precursori di evidente e lapalissiana incompetenza tecnico-amministrativa.
Siamo vittime nella trappola del debito; non siamo dotati di bilanci, molti crediti risultano incagliati a causa del dissesto degli altri ma consci di un altrettanto futuro presente degli attuali; non riusciamo ad avere finanziamenti per investimenti, in compenso otteniamo la bocciatura di quegli scampoli di progetti presentati; siamo considerati un ente virtuoso nell’ambito dei pagamenti alle aziende, ma non abbiamo contezza e certezza di una linearità, efficiente ed efficace di natura contabile. Non riusciamo a garantire le vitali percentuali di riscossioni perché “incapaci”, ma altrettanto capaci di incrementare “Residui Attivi”.
A proposito, siffatto problema è stato altresì certificato dalla relazione della Corte dei Conti sulla Finanza Locale, come un circolo vizioso che ingessa sempre più i bilanci ed ipoteca una serie riflessione sul presente e futuro per i conti del bilancio stesso.
Prendo atto che in queste ore a livello nazionale si ritenti la sorte di un governo centrale, attraverso un possibile passaggio ed accordo, con la coalizione di centrosinistra; povera “intellighenzia”; dall’ideologia di un valore al pensiero di una poltrona.
D’altronde la nostra cittadina è stata già precursore di strategie politiche e scelte condivise, basate sull’ideologia e sul rispetto di quei valori avulsi da ogni logica di convenienza.
Spero che queste elucubrazioni personali possano essere da monito per il lettore e tuonare contro le urla di quel silenzio assopito dalla stanziale indifferenza gattopardesca, che lentamente o lestamente ci conduce all’oblio.