È sorprendente quanto vero: al Festival di Sanremo per solo una volta – e tra l’altro nel
relativamente vicino 2015 – la Sicilia è riuscita a raggiungere la vetta più alta del podio.
I due cantanti che ci hanno rappresentati sono stati gli ex tenorini del trio il Volo: Ignazio Boschetto, che
è nato a Bologna ma cresciuto a Marsala (TP) e Piero Barone, che invece è di Naro (AG). Certo:
indipendentemente dalla gara, il Festival ci ha comunque regalato grandi soddisfazioni, potendo noi
siciliani vantare le origini dei “tre Pippi”: Baudo il conduttore che più di tutti ha guidato la
kermesse (tredici volte), Caruso che per sette volte si è occupato della direzione musicale (il più
delle volte, nei Festival di Baudo: scomparso nel 2018, il maestro d’orchestra era originario di
Belpasso in provincia di Catania), e infine lui… il bagherese Pippo Balistreri, innumerevoli volte
direttore di palco del Festival. Balistreri c’era anche questa volta, nel 2025, così come questa volta
hanno calcato quell’iconico palco il grandissimo autore, e volto noto al grande pubblico, Cristiano
Malgioglio che – originario di Ramacca (CT) – può vantare tra le sue canzoni capolavori
intramontabili della nostra musica leggera come “Ancora, ancora, ancora” e “L’importante è finire”
di Mina nonché “Gelato al cioccolato” di Pupo; e poi i piccoli Alessandro Gervasi e Samuele
Parodi, l’uno della provincia trapanese l’altro di quella etnea, che hanno lasciato di stucco mezza
Italia con le loro esibizioni rispettivamente al piano (suonando “Champagne” di Peppino di Capri) e
sul palco, dimostrando di sapere su Sanremo mille curiosità e aneddoti alla sola età di undici anni.
Fiorello sul palco dell’Ariston ha fatto di tutto. Il super-ospite, il co-conduttore e sì: anche il
cantante in gara. Tuttavia, quando lo fece, in quel 1995, con la bellissima “Finalmente tu”, scritta
per lui dagli 883, arrivò solo quinto. Sarebbe comprensibile (forse!) escludere dal conto personaggi
pure leggendari come Rosa Balistreri (che era di Licata) e Ciccio Busacca (che era di Paternò),
perché magari legati a una “nicchia” del cantautorato popolare forse troppo ristretta, non abbastanza
mainstream, come oggi si direbbe, e per un altro verso si potrebbero escludere i neomelodici Tony
Colombo (palermitano), Gianni Vezzosi e Gianni Celeste (entrambi catanesi), che sono pure
cantanti affermatissimi e dal buon seguito, ma penso che quando la canzone napoletana arrivi al
Festival, di norma sia cantata da napoletani veri e propri. È sempre uno spasso riascoltare le loro
divertenti parodie, ma è comprensibile che non abbia mai partecipato al Festival il duo Alamìa e
Sperandeo.
Sono troppe le regioni che ci surclassano in questa “gara nella gara”, e in testa alla classifica
abbiamo il Lazio (con i suoi Mengoni e Maneskin, Giorgia e Ramazzotti, Bobby Solo e Claudio
Villa), la Lombardia (con Blanco, Vecchioni, Ruggeri, Fausto Leali, Celentano, Johnny Dorelli), la
Puglia (con Diodato, Ermal Meta, Emma, Anna Oxa, Al Bano), l’Emilia-Romagna (con gli Stadio,
Gianni Morandi, Iva Zanicchi e Nilla Pizzi). Si difendono poi pure la Campania (Peppino di Capri,
Massino Ranieri, gli Avion Travel), la Liguria (Olly, Alexia, Matia Bazar), la Toscana (Riccardo
Fogli, Aleandro Baldi, Masini e Gabbani), la Sardegna (Mahmood, Scanu, Marco Carta). E non
credo possa valere il sentire molto vicini personaggi la cui musica aveva sì delle fortissime
inflessioni mediterraneggianti, ma che siciliani non erano affatto: non basta che il cognome di Toto
Cutugno fosse messinese, perché poi lui è cresciuto ed ha vissuto tra la Toscana, la Liguria e la
Lombardia (dove è morto nel 2023); e sebbene lo stesso Domenico Modugno ci bazzicasse molto,
avesse spesso collaborato con Franco e Ciccio, e sia perfino morto a Lampedusa nel 1994, lo
potremmo considerare siciliano d’adozione, ma era nato nel barese e cresciuto nel brindisino.
Siamo fuori tempo massimo perché Sanremo lo vinca il maestro Franco Battiato, deceduto
nella sua Milo (CT) nel 2021, così come è tardi anche per l’indimenticata voce palermitana di Giuni
Russo, quella di “Alghero” e “Un’estate al mare”. La Russo è deceduta prematuramente nel 2004.
Ma potremmo considerare dei loro “eredi ideali” cantanti e cantautori pure importantissimi come
Mario Biondi, Carmen Consoli, Marcella Bella, tutti catanesi. Quest’ultima poi, in particolar modo,
se accompagnata come autore dal fratello Gianni, da decadi uno dei più accreditati sulla scena
nazionale.
Recentemente sono anche andati forte molti “ex alunni” dei talent show: da Giusy Ferreri
al cantante lirico Alberto Urso, messinese e vincitore di Amici nel 2018; dalla ex suora Cristina
Scuccia (della provincia di Ragusa) a Lorenzo Fragola (catanese). E ancora potrebbero farsi notare
certe vecchie leve (Francesca Alotta, Silvia Salemi, Sugafree, Gerardina Trovato, Mario Venuti)
come certe nuove (Giovanni Caccamo, Colapesce e Dimartino, Levante, la Rappresentante di lista):
chissà che da qualcuno di tutti questi l’anno prossimo o quello dopo ancora non arrivi il prossimo
siciliano n. 1 nella gara canora più importante d’Italia.