Dopo il sequestro arriva la richiesta del dissequestro. Ad avanzarla è l’amministrazione comunale di Santa Flavia che ha chiesto l’accesso all’area dove si trova il depuratore comunale, nei pressi della via Falcone, alle pendice del monte dove sorge il parco archeologico di Solunto, dopo il provvedimento dei giorni scorsi, da parte del nucleo ecologico dei carabinieri di Palermo.
L’amministrazione si è rivolta all’avvocato Claudio Trovato.
La tesi difensiva si basa su due elementi fondamentali: l’impianto non è stato coinvolto del sequestro e l’area va dissequestrata per consentire i lavori di adeguamento dell’impianto, dopo il finanziamento di circa 6.700.00 che devono iniziare necessariamente entro il 31 dicembre.
I carabinieri hanno individuato cumuli di sfabbricidi abbandonati da una ditta privata, che dovevano essere stoccati secondo le normative in materia ambientale e 4 contenitori in eternit. Oltre al sequestro è scattata anche la denuncia per il sindaco e il capo ufficio tecnico.
Nei prossimi giorni sarà firmata un’ordinanza per la bonifica dell’arra ad opera della ditta. Se questo non sarà fatto, sarà l’amministrazione bonificare la zona a spese della ditta.
“Tengo a precisare -sottolinea il sindaco Salvatore Sanfilippo– che l’area dove si trovavano i cumuli di sfabbricidi è privata, anche se insiste nell’area dove sorge il depuratore. Abbiamo chiesto il dissequestro per consentire i lavori per il nuovo impianto previsti a ottobre. In questi anni ho chiesto che venisse spostata l’area per creare il depuratore ma mi hanno detto che non c’erano i tempi materiali”.
La storia del depuratore comunale di Santa Flavia è vecchia di almeno 30 anni. I lavori iniziarono nella metà degli anni 80.
All’epoca, nei pressi dell’impianto, sorgeva solo una casa. Nel corso del tempo, le abitazioni aumentarono e i lavori rimasero fermi per circa 20 anni. Nel frattempo le opere si sono deteriorate.
Venne anche realizzato un pennello a mare, che nel corso degli anni si è sbriciolato. Si aprì anche un contenzioso con i proprietari dei terreni all’interno dove doveva essere creato il collegamento fra l’impianto e il pennello a mare.
Qualche anno fa, l’Aps, ha redatto un nuovo progetto per l’adeguamento dell’impianto, grazie al finanziamento di 6 milioni e 700 mila euro.
E’ stata anche affidata la gara alla ditta Calgeco srl di Reggio Calabria che ha offerto un ribasso del 36.79%.
Sull’argomento sono arrivate le critiche del Movimento 5 stelle di Santa Flavia.
“Il movimento 5 stelle -sottolinea l’assessore ai lavori pubblici Enzo Sucato– avrebbe dovuto vedere le carte. Le loro accuse sono smentite dai documenti. Tengo a sottolineare che il sequestro non interessa assolutamente l’impianto, come sostenuto dal gruppo politico”.