di Martino Grasso
A distanza di un anno dall’improvvisa scomparsa, i suoi amici hanno voluto ricordarlo senza troppa retorica, ma in modo semplice, come sarebbe piaciuto a lui.Ad un anno dalla morte di Nicola Sciortino, l’uomo di 44 anni morto a Bagheria il 29 agosto del 2016, i suoi amici lo hanno ricordato nella spiaggia di Sant’Elia, uno dei luoghi da lui più amati.
Lo hanno fatto lanciando in aria alcuni palloncini con attaccati dei pensieri scritti qualche mese fa, l’Ave Maria di Schubert suonata da Aleandro Renzi al violino e con una cantata in allegria sugli scogli. Intonando brani di Pino Daniele, il suo cantante preferito. Al tramonto sono stati lanciati in cielo anche alcune fiaccole.
Occhi lucidi ma anche tante risate, come sarebbe piaciuto a Nicola.
L’iniziativa è stata organizzata da Mariella Li Fonti, presidente del gruppo fotografico “Scattando Baarìa” e dalla fidanzata Cristina Comito.
“Quando ci lascia un amico -dice Mariella Li Fonti-, spesso il dolore è pari a quello di un familiare. Un amico, soprattutto se accanto a noi da molti anni, diventa come un fratello, una sorella, è colui che chiamiamo nei momenti di difficoltà ma anche di gioia, di felicità.
Un amico è chi ci ha visto crescere, cadere e magari ci ha aiutato a rialzarci, insomma è parte di noi. Così, quando lo perdiamo, per sempre, è terribile e vogliamo che il mondo intero sappia quanto è stato importante per noi, chi era, ma soprattutto vorremmo che tutti sapessero gli aneddoti più divertenti, dolci, quelli che fanno capire quanto importante per noi era quella persona e quanti momenti abbiamo vissuto insieme.
E così, caro Amico, è già trascorso un anno da quando, in quella calda mattina di fine agosto ci hai lasciati, increduli e sgomenti… Convinti che mai più, niente sarebbe stato uguale, senza di te!
Bhè… su una cosa ci sbagliavamo! Noi non siamo mai stati senza di te! Sei sempre stato con noi, in ogni pensiero, in ogni ricordo, in ogni foto, in ogni progetto… e anche chi non ha avuto la fortuna (e il tempo) di incontrarti, ti ha conosciuto attraverso i nostri ricordi, le nostre parole.”