E’ stato sequestrato il 50 per cento di una società operante nel settore delle onoranze funebri a Bagheria.
Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia su disposizione del Tribunale di Palermo, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Palermo.
Il sequestro è stato eseguito nei confronti di Luigi Scimò di 57 anni e Pietro Di Marzo, 31 anni.
La società sequestrata è di Palermo ed opera nel settore delle onoranze funebri, e la quota del 50% in una società, sita a Bagheria, attiva nel medesimo settore. Sequestrati anche due autoveicoli di grossa cilindrata, il tutto per un valore complessivo pari a circa 600.000,00 euro.
Secondo la Procura la pericolosità sociale di entrambi i soggetti, appartenenti a Cosa Nostra, è emersa dalle attività di indagine della Squadra Mobile di Palermo, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo-D.D.A., nell’ambito dell’operazione denominata “Maredolce 2”, confluita nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Palermo il 26 giugno 2019, nel territorio di Brancaccio a Palermo.
In particolare, nell’ordinanza sopra richiamata, viene messo in risalto il ruolo centrale di Scimò nell’ambito della famiglia mafiosa operante nel territorio palermitano di “Corso dei Mille”, in quanto ritenuto promotore e organizzatore delle illecite attività economiche poste in essere nel territorio di riferimento, ritenute oltremodo remunerative per la consorteria mafiosa, quali la gestione del traffico di “Tabacchi Lavorati Esteri” e di sostanze stupefacenti, nonché la gestione, anche per interposta persona, di imprese aventi ad oggetto la distribuzione delle c.d. mini slot.
Anche il ruolo di Di Marzo, genero di Scimò, è emerso nell’ambito delle indagini in quanto soggetto perfettamente inserito nelle logiche criminali di “Cosa nostra” che si è messo a disposizione del sodalizio mafioso di cui è organico, sposandone le modalità operative; in particolare, si è distinto per aver curato gli incontri del suocero con altri rappresentanti di vertice delle altre famiglie mafiose presenti nel territorio palermitano, nonché per aver ricoperto, per conto del sodalizio criminale di appartenenza, un importante ruolo nella gestione del traffico degli stupefacenti con le organizzazioni criminali presenti nel territorio calabrese.