Ci sono storie che vanno avanti senza che nessuno le conosca. Sono storie intrise di umanità, dolore, speranze e dignità.
Come quella che stiamo per raccontare.
E’ la storia di 5 donne: una di Bagheria, tre di Palermo e una di Cefalù.
Si chiamano Emma, Paola, Anna, Maria e Luisa.
La loro età oscilla fra i 48 e i 53 anni.
Tutte hanno avuto un tumore al seno che le ha colpite negli scorsi anni. Si sono operate nello stesso periodo. Poi hanno iniziato la riabilitazione.
Si sono incontrate durante le difficili e a volte dolorose cure di recupero in una struttura bagherese.
Durante quel periodo hanno stretto un legame che va aldilà di qualunque altro rapporto. Anche di carattere familiare.
Hanno riso e pianto insieme. Temuto che il male che le aveva colpite potesse ritornare.
Sono passati 3 anni, dall’ultimo ciclo radioterapico. Possono guardare il futuro con ottimismo.
Non si sono mai perse di vista. Si sentono in continuazione. Hanno creato anche un gruppo watsapp attraverso il quale si sentono e si scambiano pensieri e speranze.
Hanno ripreso la loro vita. Emma fa la nonna a tempo pieno, Paola è tornata al lavoro come segretaria, Anna è tornata a fare la casalinga, così come Maria e Luisa.
La loro amicizia è rimasta integra. E il loro rapporto è un porto franco. Dove niente e nessuno può entrare.
Periodicamente si incontrano per trascorrere un giorno e una notte insieme.
Qualche giorno fa si sono riviste a Petralia Sottana, nel silenzio delle Madonie. Il luogo ideale per vedersi. Pieno di silenzio e tempi rarefatti.
“Questi incontri -dice Emma, bagherese, 53 anni- sono solo nostri. Niente mariti, compagni o figli. Ci ritroviamo per raccontare il percorso delle nostre vite. Come è andata e come sta andando. Piangiamo e ridiamo, moltissimo.”
Le cinque donne parlano poco di passato e molto di futuro.
Si sono anche regalate un braccialetto, uguale, con una stellina, che indossano in maniera fiera. Non è molto prezioso, ma che per loro ha un valoro straordinario. Ha cementato il loro rapporto, diventato indissolubile.
E’ un “lascia passare” verso il loro mondo, fatto di risate e pianti, timori e speranze, all’interno del quale nessuno può entrare. Nessuno.