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giovedì 25 Aprile 2024

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Sull’approvazione del bilancio comunale

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7 minuti

di Nicolò Benfante

Alla fine mai Bilancio così velatamente trasparente, ed inutile farsa, fu votato nella storia politica bagherese.
Già perché in data 19 Dicembre 2017, dopo appena solo 6 ore di servile consesso dentro il recinto delle grida, una maggioranza stellare, a mio modesto avviso risicata, approva e consegna a tutta la cittadinanza un pubblico falso in bilancio.
L’assunzione personale di responsabilità sul falso è dettato dal fatto che, a parte un parere contraddittorio da parte dell’organo di controllo (Revisori dei Conti), oltre ad aver accertato la carente se non totale assenza (come la loro in quanto non erano in aula) di programmazione e di documentazione contabile, manifestavano la MANCANZA del piano triennale delle opere pubbliche.
Un atto (Piano triennale OO.PP.) determinante e prioritario per la trattazione di un bilancio. Ecco spiegato perché il bilancio non doveva e poteva essere trattato.
Faccio notare che parliamo di un bilancio di previsione 2015 che non ha nemmeno i sacri crismi di un futuro previsionale ma, oggi nel 2017, parliamo di connotati di un passato da dimenticare.
Eppure abbiamo assistito all’ennesima assunzione di responsabilità da parte di una maggioranza consiliare che manifesta la sua peregrina competenza e fantomatica conoscenza di atti in materia di enti locali.
Siamo divenuti i depositari di una nuova scienza. L’Arroganza!
L’Arroganza paga in quanto nulla succede in assoluto!
Pur tuttavia, in base alle note vicende, resto speranzoso a guardare dal belvedere, nella nobile attesa di una “IUSTITIA” (il maiuscolo sottointende la fase di trepidante attuazione) che si manifesti e riporti l’emblema di quella legittimità e legalità, sempre più declamata dagli onesti cittadini e meno attuata dai riformisti della celata trasparenza. Magari attraverso, come auspico, un nuovo organo deputato al Vero e serio controllo, che possa quanto prima capire e poi decidere per diramare questa denigrante e deprimente vicenda contabile che ci vede sempre più vicini al dirupo di un nuovo dissesto.
In effetti, con l’ultimo votazione del bilancio, si è persa una grande opportunità per la cittadinanza; non a caso dalla votazione è emerso che solo 12 consiglieri del movimento che fa capo alla maggioranza hanno approvato favorevolmente contro 08 consiglieri di opposizione.
Dalla predetta analisi del voto scaturisce una considerazione (del tutto personale sia chiaro): ma SE tutta l’opposizione fosse stata presente e compatta, tra coloro che erano presenti e votato (contro), tra coloro che sono andati via non votando e tra coloro che purtroppo erano assenti, di certo si sarebbe avuta la possibilità (anche in caso di parità) di bocciare un documento inefficace, illegittimo, oltre che falso?
Cosa sarebbe accaduto?
Beh! penso che in prima battuta il Consiglio “tutto” sarebbe stato sciolto, per non aver ottemperato (giustamente) all’approvazione di un bilancio, e mandato a casa anche la maggioranza; successivamente a tale inottemperanza si sarebbe nominato ed insediato un Commissario regionale ad Acta sia per l’approvazione del bilancio sia per sostituirsi al consiglio fino a conclusione mandato della sindacatura e chissà forse ……. avremmo avuto ancora qualche chance?
La storia avrebbe avuto un epilogo diverso?
In realtà “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, non a caso mi ritrovo a pensare come, ancora una volta, nella terra del Gattopardo, si è dimostrato che mantenere l’equilibrio tra consiglio ed amministrazione, tra opposizione e maggioranza, è stato l’ennesimo atto di mero poltronificio politico garantista di un palese accordo/inciucio che abbiamo anche osservato sia nell’ultima tornata regionale sia per le note vicende di votazioni tra gruppi e partiti in seno all’assemblea regionale per le elezioni di cariche istituzionali.
A proposito, dopo l’insediamento del governo regionale, per il bene di tutti e della nostra città, i diversi punti di riferimento o collegamenti politici “in quo sunt” (unni sunnu)……”isti faciunt” (chi fannu)?
Siamo spettatori di una tragicommedia di “utili ed inutili idioti”, che recitano dei copioni ad arte per il bene del paese, della regione, della provincia, della città, dei loro interessi.
Sunnu appattati sunnu (tratto da Processu a lu processatu – commedia)
Sono queste alcune delle palesi ed evidenti condizioni che si manifestano attraverso una più marcata analisi verso l’indifferenza politica. Bisogna interrogarsi e chiedersi il perché la società dell’astensionismo, del non voto, dei grandi numeri, rimane sempre più distante dal centro della politica, quasi in una posizione di cotangente all’agglomerato della “res publica”.
Per la legge dei numeri, vige la regola “più si è popolare più si è mediocre”.
Disse …. Lo spazzacamino, “che si preparino pure per le prossime consultazioni; che si redigano i migliori programmi inattuabili; che si propongano volti nuovi ma vecchi per le lusinghe speranze di cambiamento; forse non tutti sanno che dopo le macerie di questa amministrazione restano le ceneri e chi è in grado di togliere la fuliggine incrostata dai cumignoli del palazzo”?
Oggi, consentitemi la divagazione a me molto cara, “il potere perverso dell’incompetenza” ha generato un sistema fallimentare. Forse, come ebbi a dire anzitempo, la società è infestata da dotta ignoranza, ma forse un po’ di umiltà, oggi, non guasterebbe.
Vorrei concludere con una frase di uno scrittore, che forse meglio di tutti noi descrisse e conobbe la Sicilia ed i Siciliani perché Siciliano – Giuseppe Tomasi di Lampedusa – “I Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria.”

 

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