Ricorre oggi uno degli anniversari più tristi della storia del nostro territorio: la strage familiare di Altavilla Milicia.
La notte fra il 9 e il 10 febbraio del 2024 Giovanni Barreca, muratore, telefonò ai carabinieri dicendo, fra le lacrime, di avere ucciso la moglie Antonella e i due figli, Kevin e Emmanuel di 16 e 5 anni.
I militari trovarono all’interno della villetta ad Altavilla Milicia i corpi straziati di Kevin ed Emmanuel, mentre qualche giorno vennero ritrovati i resti della donna.
La tragedia si consumò in un clima di fanatismo religioso: Barreca riteneva i familiari posseduti dal demonio e per questo motivo si sarebbe rivolto a due fantomatici fratelli religiosi che avrebbero compiuto il massacro.
La donna venne uccisa e il suo corpo bruciato e seppellito in giardino. Il figlio più grande venne seviziato e morì per asfissia da incaprettamento mentre a uccidere il più piccolo fu l’aria bollente di un phon premuto in gola che gli ha bruciato i polmoni.
Per questo massacro saranno processati, il 5 marzo prossimo, Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia di palermitani considerati i registi del massacro d’inizio febbraio 2024.
Con i tre è accusata del triplice omicidio e della soppressione di cadavere anche la figlia primogenita di Barreca, minorenne al momento del fatto. Per la ragazza il gup del tribunale per i minorenni Nicola Aiello deciderà a gennaio se la ragazza era capace di intendere e volere al momento della strage.
Nell’avviso conclusione indagini per la prima volta i magistrati scrivono come sono morti Antonella e i suoi due figli maschi. Giovanni Barreca, sua figlia e la coppia Massimo Carandente e Sabrina Fina hanno “hanno puntato sul corpo di Antonella un asciugacapelli rovente acceso, colpendola più volte su varie parti del corpo con schiaffi, calci, pugni, con alcuni attrezzi da camino incandescenti e con una pentola». Ancora più cruenta la ricostruzione dell’uccisione dei due ragazzi. Il primo a morire è stato il piccolo Emmanuel.
Per la procura i quattro indagati lo hanno ammazzato “legandolo al letto con delle corde, colpendolo più volte con attrezzi da camino incandescenti – si legge nell’avviso conclusione indagini – iniettandogli caffè amaro bollente in gola per farlo vomitare e infine inserendo un asciugacapelli rovente in bocca acceso.”