Ha lasciato Bagheria nel 1996. Si è trasferita a Roma e da anni lavora a stretto contatto con gli ultimi presidenti del Consiglio dei Ministri italiani, da D’Alema a Prodi, da Conte e Draghi.
Si chiama Rosanna Raineri, ha 48 anni, e lavora presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche della Famiglia- Servizio Comunicazione.
Rosanna dopo essersi diplomata al liceo classico di Bagheria nel 1991, decide di andare a Roma per frequentare la scuola di comunicazione IED e successivamente entra nella pubblica amministrazione centrale come esperta in comunicazione istituzionale.
Importante l’incontro con Livia Turco, ministra delle solidarietà sociali a cui è rimasta legata professionalmente e politicamente.
E’ stata anche responsabile, prima comunicazione e poi cultura, presso la sezione romana dei DS Trastevere.
Nel 2001 vince il concorso al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Ha lavorato con il sindaco di Roma Valter Veltroni, successivamente è stata all’ufficio del Portavoce del Primo Ministro nel Governo Prodi.
Dal 2008 lavora stabile al dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri con i ministri: Rosy Bindi, Carlo Giovanardi, Andrea Riccardi, Enrico Costa, Lorenzo Fontana e l’attuale Elena Bonetti.
Rosanna Raineri vive a Roma ma ha lasciato il cuore a Bagheria.
Viene spesso nella sua città dove vivono tutti i suoi familiari fra cui il fratello e il padre. La morte improvvisa della madre la cambia irrimediabilmente e trasforma il suo rapporto con la città natia. .
“Bagheria me la porto sempre con me -racconta-. Mi manca ogni minuto e quando posso vengo. Vado a piedi per i corsi Butera e Umberto. Ho molti amici qui e amo il cibo bagherese, come lo sfincione e l’astratto di pomodoro. Da alcuni anni vedo però un degrado culturale allarmante e vorrei fare qualcosa.”
L’amore per Bagheria non è stato solo virtuale. Ha infatti cercato di dare un contributo concreto. Il suo sogno è sempre stato quello di contribuire a ridare un’identità culturale a Bagheria. L’idea è quella di creare un polo culturale nell’ex mulino Cuffaro, abbandonato da anni, che sorge lungo la strada statale 113, a ridosso del museo Guttuso a Villa Cattolica.
Ha avviato varie collaborazioni con i sindaci: Biagio Sciortino, Vincenzo Lo Meo e anche con l’attuale Filippo Tripoli.
Incarichi che però sono rimasti sulla carta.
“Nel 2011 ho avuto conferito un incarico di collaborazione a titolo gratuito per la consulenza ed assistenza per la promozione e lo sviluppo di progetti strategici relativi al recupero e la messa a sistema delle funzioni culturali degli spazi dell’ex Mulino Cuffaro complesso Sicilcalce ex Mattatoio. La struttura, una volta acquistata con fondi pubblici e recuperata architettonicamente, doveva essere destinata a diventare un luogo dove produrre e diffondere arte e cultura. Una “casa-laboratorio” per artisti, designer ed architetti, operatori culturali, manager del turismo e del marketing territoriale, storici, intellettuali, ed esperti a cui affidare il rilancio di specifiche economie locali. Tutto ciò attraverso anche zone di lavoro coworker.”
Nel 2012 riceve un incarico di collaborazione per lo sviluppo di attività di istituzione e gestione di un ufficio per la tutela e la promozione del patrimonio culturale bagherese, e relativo coordinamento organizzativo delle attività da questo pianificate. Incarico esclusivamente a titolo gratuito e senza alcun onere a carico dell’Ente comunale.
“Lo scopo sarebbe stato quello di individuare linee di sviluppo in grado di conservare e rafforzare l’identità della storia bagherese. Lavorare ad una riconoscibile identità culturale, economica e sociale: una base solida sulla quale innestare qualsiasi operazione di futuro marketing territoriale di Bagheria. L’ufficio, invece, non fu mai creato e i riferimenti attraverso gli assessori di allora, Emanuele Tornatore e Filippo Tripoli, dispersi.”
Nell’agosto 2019 è stata contattata dal neo Sindaco Filippo Tripoli interessato a capire quando fosse ancora disponibile a mettere a disposizione la sua professionalità a supporto di possibili progetti di valorizzazione dell’Amministrazione comunale di Bagheria.
Ma alle parole non sono seguiti i fatti.
“Seppur fortemente disillusa una parte di me rimane convinta che costruire una nuova immagine valoriale della nostra Città sia sempre possibile. Purtroppo le popolarità spot di cui ha goduto Bagheria negli ultimi trent’anni non sono state mai trasformate in solido sistema culturale da nessuna Amministrazione, perdendo così occasioni d’oro di rilancio del paese.”
Il futuro di Rosanna Raineri è lontano da Bagheria. Ha creato delle basi solide a Roma. Ma l’amore per Bagheria non cesserà facilmente. Il suo sogno è contribuire a ridare una dignità culturale alla sua città natia.
E magari un giorno il suo sogno si avvererà. Basta crederci. E fare in modo che finalmente dopo le parole arrivino anche i fatti.