29 anni fa, il 23 maggio del 1992 la mafia mise a segno una delle stragi più gravi contro lo Stato.
500 chilogrammi di tritolo venne posizionato sotto l’autostrada nei pressi di Capaci.
Alle 17,57 la bomba fece saltare in aria un tratto dell’autostrada A29, rimasero uccisi il magistrato Giovanni Falcone (53 anni) e la moglie Francesca Morvillo (47 anni) e 3 agenti di scorta: Vito Schifani (27 anni), Rocco Di Cillo (30 anni) e Antonio Montinaro (30 anni).
Vi furono anche 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.
Per quella strage sono state necessarie 107 udienze.
Alla fine sono stati condannati 24 mafiosi all’ergastolo, fra cui i capi storici come Totò Riina e Bernardo Provenzano. Determinante il contributo di numerosi collaboratori, fra cui Giovanni Brusca che azionò il telecomando e che è stato condannato a 26 anni di carcere.
Ogni anno si celebra l’anniversario. Spesso anche in maniera retorica.
Ma è necessario ricordare quel giorno, soprattutto per le nuove generazioni. Per non perdere la memoria.